mercoledì 7 agosto 2019
Era il 1994: altri tempi, in fondo. Fu allora che a Sanremo una cantautrice ventenne osò imbracciare la chitarra per dire quanto sia facile, davanti alla tv, pensare che nulla ci riguardi da vicino, che tutto sia fiction. La ragazza aveva grinta, e la canzone entrò nelle case come un pugno nello stomaco. «È una storia vera che non mi dà pace… Vecchi per la strada buttati tra i sassi e vestiti di stracci, sangue di un bambino così massacrato da grandi soldati: tutto questo non è un film! Non sono ghiaccio, ma resto a guardare: perché ho paura… Sanguina una stella sul seno di una donna, mentre muore grida e per terra sui lividi spingono ancora… Apri le tue mani, lei grida davvero! Guarda meglio, adesso, attraverso quel video e dimmi che cosa vedi: tutto questo non è un film! Voglio una vita che vive… Perché Dio ci può chiedere aiuto, se la morte c'insegna la vita; Dio non può farci cambiare, se un bambino c'insegna a morire così…». Erano proprio altri tempi e, alla fine del Festival, Gerardina Trovato si trovò quarta in classifica. Poi cominciò a girare l'Italia con la sua canzone. Oggi, anno 2019, è tutt'un'altra storia. Purtroppo Gerardina s'è persa da un po'; e Sanremo, il Festival, da qualche anno assomiglia sempre più a uno show da baraccone. O, se preferite, a un brutto film con qualche bella scena, ogni tanto.
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