Siamo pellegrini dell’infinito, testimoni di un Dio che ci rende fratelli, annulla le distanze e abbatte i muri. Così, testimone di unità e comunione per l’intero Vecchio Continente, fu san Vincenzo Ferrer, che per 30 anni «da una città all’altra, da un paese all’altro attraverso tutta l’Europa, montato su un semplice somarello». In un’epoca segnata dallo scisma d’Occidente, Ferrer, infatti, fu costruttore di pace. Nato a Valencia intorno al 1350, in un periodo in cui i Papi erano due a causa delle divisioni interne della Chiesa, divenne religioso domenicano. Fu notato da Pietro de Luna, legato del papa avignonese, che poi, nel 1394, divenne Papa ad Avignone con il nome di Benedetto XIII. Vincenzo, impegnato in un’intensa attività di predicazione, fu poi scelto dal Pontefice come confessore, cappellano domestico, penitenziere apostolico. Già convinto della necessità di ridare unità alla Chiesa, nel 1398 si ammalò ed ebbe una visione: Gesù, accompagnato da san Domenico e san Francesco, gli toccava la guancia e gli chiedeva di mettersi in viaggio per «conquistare molte anime». E così fece Ferrer, che si dedicò alla predicazione in Spagna, Svizzera e Francia attirando numerose folle. Morì a Vannes nel 1419 e fu proclamato santo nel 1458 da papa Callisto III.
Altri santi. San Pietro da Verona, sacerdote e martire (1205-1252); santa Caterina Thomas, religiosa (1531-1574).
Letture. Romano. At 4,1-12; Sal 117; Gv 21,1-14.
Ambrosiano. At 10,34-43; Sal 95 (96); Fil 2,5-11; Mc 16,1-7.
Bizantino. At 3,1-8; Gv 2,12-22.
t.me/santoavvenire
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