Niente paura. Sui giornali è un coro... da far paura. Da destra e da sinistra la voce sale unanime e compatta: niente paura. Il “Messaggero” mette in prima una foto dall'hub della Stazione Termini: «Noi che non abbiamo paura». La “Stampa” decide di passare la palla alla psichiatria: «In Italia scatta la psicosi. Migliaia rifiutano il vaccino». Se davvero è psicosi, sarebbe purtroppo vano perfino dare la parola agli esperti, come fa sul “Corriere” Margherita De Bac che intervista Nicola Magrini, direttore dell'Aifa: «Mai visto tanto allarme senza una base nei dati (...). La preoccupazione non è giustificata». Ancora la “Stampa” dà la parola all'Ema (Agenzia europea del farmaco): «Basta allarmismi». Sulla “Repubblica” (titolo: «La scienza dice: niente paura») Marco Cattaneo spiega: «L'eventuale rischio di effetti avversi gravi derivanti dal vaccino è incommensurabilmente più basso del rischio di morte legato alla malattia». Sarebbe un invito alla ragione; ma il panico non fa ragionare.
Il “Giornale” apre la prima con un «Sì Vax (senza paura)»; Alessandro Sallusti evoca nientepopodimeno che Oriana Fallaci, che a proposito di «un altro tipo di minaccia globale» scriveva: «Oggi non è lecito avere paura». Renato Farina (“Libero”) la piglia alla lontana: «Giunge notizia che si stia diffondendo la cosiddetta variante siciliana del morbo». Quindi arriva al punto: «Ha questa caratteristica: prende, invece dei polmoni, il cervello. Si chiama fottuta paura. Non del virus assassino, ma del vaccino». Stessa testata, Antonio Rapisarda è più stringato: «Scatta la psicosi. Fuga anche da Astrazeneca». Stessa spiaggia, stesso mare, ma il giorno dopo è il titolista a esser colto da raptus: «Casadei ucciso. Non l'hanno vaccinato. Se fosse stato in Inghilterra sarebbe ancora vivo». Un commento sensato non c'è. O forse sì, e sta nell'ultima frase di papa Francesco, intervistato sulla “Stampa” da Domenico Agasso: «Come diceva Filippo Neri: non dimenticate di essere allegri, il più possibile».
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