Esistono canzoni piccole, all'apparenza prosaiche, che magari iniziano narrando struggimenti comuni e – pare – nulla più. «Non ricordo molto, di quand'ero piccolo... Mi ricordo che ero spesso felice: mi bastava un niente, bastava tanto così, un raggio di sole in cortile, supereroi che non morivano mai... Per tutti i piccoli e grandi guai, con me c'erano i miei: "Niente di grave, tutto si aggiusterà... I brutti sogni che sognerai, vedrai, li dimenticherai; i sogni belli li realizzerai"...». Però, d'improvviso, capita che certe canzoni piccole cambino registro, mutino prospettive. Magari, lasciando da parte gli struggimenti per diventare canto d'amore per un figlio bambino. «Rido di nascosto per le strane facce che fai, mentre giochi e pensi che non stia guardando... Come osservi il mondo, come impari quello che sai... Mi diventi sempre più grande ogni giorno! I supereroi, si sa, non cambiano mai: e con ogni mostro che affronterai, da solo non sarai mai, mi han mandato apposta per sconfiggerlo... Niente di grave, tutto si aggiusterà, niente di grave mai ti succederà! I sogni brutti vedrai, li dimenticherai; i sogni belli li realizzerai...». Bisognerà non sottovalutarle, le canzoni piccole. Nella storia della musica italiana c'è chi le scrive bene, come capita a Max Pezzali.
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