Un progetto innovativo, crossmediale, che unisce reportage e tecniche della serialità digitale: così la Rai presenta Newsroom, il programma ideato e condotto da Monica Maggioni, in onda dal 26 giugno su RaiPlay e in prima serata su Rai 3 dal 17 luglio. Crossmediale significa che utilizza diversi tipi di media, mentre le tecniche della serialità digitale si presume siano riferite al fatto che si tratta di una docu-serie con quattro episodi da mezz’ora per ogni tema affrontato. I primi attualmente in rete riguardano i 150 miliardi di nuovi capi di abbigliamento che ogni anno si producono nel mondo e soprattutto la fine che fanno dopo l’uso. Le prossime due serie saranno a disposizione su RaiPlay il 3 e il 10 luglio. Ogni episodio, come recita il titolo, prende avvio dalla Newsroom, ovvero dalla redazione, in cui si confrontano i giornalisti che partecipano al programma, dopo di che parte un’inchiesta sul campo intervallata da grafici, numeri, animazioni, sovrimpressioni e interviste on line. Una tecnica che ha l’obiettivo dichiarato di creare un legame tra l’audience generalista e quella digitale. Alla fine, però, la cosa più efficace resta la vecchia classica inchiesta, quella che ci porta a scoprire come la gran parte degli abiti dismessi dagli occidentali finisca sulle spiagge e nel mare del Ghana, in Africa, inquinando l’Oceano con le microplastiche, oppure nelle immense discariche a cielo aperto del deserto di Atacama, in Cile. Ma scopriamo anche l’industria della miseria del Bangladesh, il più grande produttore al mondo di abbigliamento dopo la Cina, grazie allo sfruttamento del lavoro di moderni schiavi. «Il nostro mondo - dice la Maggioni - deve prendere coscienza dell’inferno che c’è dietro gli abiti che indossa». In questo crediamo che la formula di Newsroom, agile e al tempo stesso approfondita, possa aiutare giovani e vecchi telespettatori.
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