È nel volto di Gesù, nella sua storia, nella sua vicenda umana e nella sua risurrezione, che s’incontra Dio. E poi nel volto della Chiesa, nella testimonianza di coloro che credono nel Risorto perché l’hanno incontrato e quindi con la loro vita possono portare il mondo da lui. A ricordarci queste due dimensioni fondamentali della vita di fede di ogni battezzato e di tutta la Chiesa oggi sono i santi Filippo e Giacomo, apostoli e pilastri della nascente comunità cristiana nei primi anni dopo la risurrezione di Cristo. Filippo era originario di Betsaida e fu discepolo del Battista, divenendo uno dei primi discepoli di Gesù: secondo la tradizione evangelizzò poi gli Sciti e i Parti. Durante l’ultima cena Gesù lo apostrofa, ricordandogli che chi vede lui vede il Padre. Giacomo, detto il Minore, potrebbe essere stato un parente di Gesù – forse era il cugino – e divenne guida della Chiesa di Gerusalemme alla morte di Giacomo il Maggiore. Ebbe un ruolo fondamentale nel Concilio di Gerusalemme e scrisse la prima delle lettere cattoliche del Nuovo Testamento, soffermandosi sui modi di esprimere la fede cristiana e sui suoi frutti. Secondo lo storico Giuseppe Flavio sarebbe stato lapidato tra il 62 e il 66. I due santi vengono ricordati lo stesso giorno perché le loro reliquie vennero poste assieme nella chiesa dei Dodici Apostoli a Roma.
Altri santi. Sant’Ansfrido di Utrecht, vescovo (X-XII sec.); beato Edoardo Giuseppe Rosaz, vescovo (1830-1903).
Letture. Romano. 1Cor 15,1-8; Sal 18; Gv 14,6-14. Ambrosiano. At 1,12-14; Sal 18 (19); 1Cor 4,9-15; Gv 14,1-14. Bizantino. At 15,5-12; Gv 10,17-28a.
t.me/santoavvenire
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