Nel corso delle mie peregrinazioni per l’infosfera ecclesiale non mi era ancora capitato di incontrare un sacrista o sacrestano. Figura un tempo familiare della vita comunitaria e preziosissima per l’attività liturgica, anche oggi mi pare che resista, se è vero che la sezione “blog” di un grande store online d’arte sacra e articoli religiosi ha dedicato a lui e alla sacrestia, meno di un anno fa, un esauriente post (bit.ly/3tjHOcm). I sacrestani che ho appena conosciuto online sono due. Uno è in realtà la parodia (affettuosa, ci mancherebbe!) che ne fa don Manuel Belli nel suo ultimo video sul canale “Scherzi da prete” (bit.ly/4akRbJx), dove per metà scherza sulle «fatiche della pratica della concelebrazione» e per l’altra metà ne mette in luce il significato ecclesiologico.
Rientra appunto tra quelle fatiche il “duello” che un concelebrante ingaggia con un sacrestano, il quale lo attende nella “sua” sacrestia per rimproverarlo nel caso in cui non si sia portato il proprio camice prima di fornirgliene uno (di taglia improbabile). L’altro è invece un sacrestano in carne e ossa, per di più giovane. Si chiama Jacob García, ha 34 anni, una moglie e due figli. Da tre anni lavora per la cattedrale di Valencia, in Spagna, e da uno racconta la sua professione e risponde a domande sulla fede e la Chiesa su un account Instagram, @soysacristan (bit.ly/3tkGaat). I numeri dei follower non sono ancora da capogiro, ma certi post appaiono significativi. In particolare si segnalano due “sfide” lanciate con un certo successo: pregare il “Padre nostro” online per 90 giorni e invitare i follower ad aggiungere la parola “Dio esiste” ai loro commenti.
C’è anche un reel che ritrae i tic di noi fedeli quando il sacrestano o chi per lui passa tra i banchi per la raccolta delle offerte: c’è chi lancia l’offerta come se tirasse a canestro, chi fino all’ultimo usa la banconota come un ventaglio e chi tiene il braccio stretto al corpo come fosse un tirannosauro (per come è costruito, questo reel richiama i video di don Manuel Belli: solo che qui il sacrestano, da parodiato, diventa parodiante...). «Tutto è iniziato con una foto o un video», ha spiegato García in un’intervista ad Álvaro de Juana per la rete “COPE” (bit.ly/3RLaKT1), «e mi hanno detto che potevo far vedere che la Chiesa è giovane».
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