Ho vissuto qualche anno a Torino, ed essendo stato sempre curioso della storia più nascosta delle regioni italiane scoprii per caso su una bancarella ai margini di piazza San Carlo un romanzo da cui restai affascinato, La bufera di Edoardo Calandra. Romanzo storico, appunto, sulla prima invasione francese (napoleonica) del Piemonte nel 1797-99. Scoprii che quel romanzo aveva ammiratori illustri, da Soldati, che provò a lungo a trarne un film, e ad Arpino, piemontesi, ma anche tanti altri che piemontesi non erano. L'aspetto più curioso del romanzo era nel vuoto di un protagonista, sulla cui assenza il romanzo ruota, se ne parla ma non c'è, è lontano e poco se ne viene a sapere. E' un medico, si chiama Luigi Ughes ed è un ex giacobino, spinto a rimettersi in guerra contro l'invasore, lui che aveva tanto amato la Rivoluzione. Per tutto il romanzo sappiamo di lui ben poco, seguendo piuttosto le vicende della moglie Liana, che egli ha lasciato subito dopo le nozze, e la sua lunga attesa. Calandra fu a suo tempo noto anche come pittore e illustratore, mentre il fratello Davide fu scultore, e non è un caso se a Torino esiste una via (non secondaria) intitolata ai Fratelli Calandra.
Un altro romanzo lessi di Edoardo, di cui non ricordo il titolo, meno interessante, ma non meno azzardato, in un filone parapsicologico (un po' alla Poe) che in una città dove hanno sempre molto contato medium e spiriti dovette avere un'eco notevole... Qualche spettatore televisivo ormai d'età ricorda probabilmente che La bufera diventò a metà degli anni Settanta dello scorso secolo uno sceneggiato televisivo di qualche risonanza. Poi, mi pare, più niente, se non edizioni presso editori minori e appunto torinesi. Il romanzo storico italiano ha una grande storia, basti pensare ai Promessi sposi e alle Confessioni di un italiano, e fu appunto al Nievo che Calandra dovette ispirarsi, anche se nei suoi anni era attivo anche De Roberto. Ma dietro La bufera c'è anche un po' di Stendhal e molta letteratura francese contemporanea, ché la Francia è, come sogno e come realtà, molto presente nell'immaginario della regione che con essa confina, quel Regno di Savoia che (ahinoi) tanto ci afflisse dopo l'Unità. Ho provato a rileggere La bufera e ne sono rimasto preso come alla prima lettura, e credo di aver capito perché all'amato Soldati piacesse così tanto, il Calandra.
© Riproduzione riservata
ARGOMENTI: