Il Coronavirus ha raggiunto un effetto imprevedibile: ha mandato in confusione l'Europa e ha riattivato Babilonia. E scusate il tono biblico ma così . Babele, se volete, confusione di lingue, di pensieri, di costumi. Tornano i confini, l'Eu smontata, non ci resta che l'Uefa. Vorreste ridere, naturalmente, visto che l'Europa di Ceferin è purtuttavia soggetta a quella di Ursula von der Leyen, leader dell'Europa Disunita. E invece - inimmaginabile fino a pochi giorni fa - oggi il calcio continentale s'appresta a fare, anticipando Bruxelles, quel che ha deciso e deciderà l'Italia. Sì, il Paradosso Italia. Se è vero che siamo stati i primi a sbagliare, trattati nel mondo come untori, è verissimo che ci siamo responsabilmente dotati di un'esperienza che vale una sorta d'immunità. Potremo dire che dal nostro ultimo errore, Juventus-Inter a porte chiuse (ammesso che errore sia stato) sono nate le soluzioni emergenziali: stop al campionato, stop alle Coppe, stop all'Europa nonostante il battesimo tocchi a Roma, stop anche all'attività fisica dei calciatori pretesa dai presidenti (meno ricchi ma sempre scemi) che i loro schiavi li vogliono in forma per la ripresa dei giochi. Tutti i Paesi calcisticamente avanzati - esclusi Serbia, Turchia e Russia, tradizionalmente e culturalmente diversi - ci hanno seguito, del Kazakhistan non mi preoccuperei perché i kazachi del monarca Qasym-Jomart Toqaev sono soggetti a un panem et circenses speciale. È bello a questo punto notare che lo sport in assoluto e il calcio in particolare stanno dando un esempio importante alle istituzioni in Europa; presto si adeguerà anche la Fifa nel cui seno opera, attivissima e con intelligenza, Evelina Christillin, influente consigliera dell'italo svizzero Gianni Infantino. Dei vari slogan che gli italiani fantasiosi stanno seminando, accompagnandoli con pittoreschi flash mob, quello del calcio - lanciato fra i primi dal Giovane Zhang - è il piú apprezzabile: «Prima la vita». Il resto, que serà serà. Chiudere con una musichetta sul fondo mi fa star meglio.
© Riproduzione riservata
ARGOMENTI: