L'invenzione dei caratteri mobili, la possibilità di riprodurre in numero illimitato, in tempi brevi e costi contenuti, scritti e disegni ha iniziato e permesso il tempo della rivoluzione. La comparsa della stampa segna, nel mondo, la seconda frattura. Riforma e Controriforma, i nazionalismi, l'idea stessa della politica e delle rivoluzioni sociali necessitavano della stampa. Ci sono voluti secoli, tempi non più biblici ma ancora lunghi, perché il potenziale eversivo e costruttivo potesse svilupparsi, ma dal momento in cui è comparsa ne è risultato un processo inarrestabile ed irresistibile. Censura e repressione l'hanno intaccata e al contempo potenziata. La libertà di stampa è diventata indice di libertà, un assoluto umano. Si restringe lo spazio materiale del divino, cresce la conoscenza delle sacre scritture in spazio intimo.Nei regimi comunisti, in cui più a lungo si è incarnata la dittatura, la libertà di stampa è stata difesa da una pratica geniale che ne è insieme negazione e apoteosi: il samizdat, copia fatta circolare clandestinamente per essere ricopiata.L'invenzione del digitale segna una terza frattura: qualcosa di nuovo, di clamoroso, sta succedendo. Difficile, per quanto ormai attrezzati al mutamento, comprenderne tutte le valenze. È il tempo dell'immediato.
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