Nel Signore
mercoledì 26 marzo 2025
La Bibbia si conclude con un libro misterioso, di comprensione piuttosto ardua, il cui solo nome a volte ci mette paura: l’Apocalisse. Questa importante testimonianza dell’epoca apostolica, che ci mostra le tribolazioni della Chiesa in un tempo di crisi e persecuzioni, paradossalmente non difetta di insegnamenti sulla felicità. È, del resto, con una beatitudine tratta da questo stesso libro che abbiamo aperto la nostra rubrica tre mesi fa; ma se ne trovano diverse altre, come questa promessa fatta ai morti, formulata da «una voce dal cielo» che l’apostolo Giovanni ode: «Scrivi: d’ora in poi, beati i morti che muoiono nel Signore. Sì – dice lo Spirito –, essi riposeranno dalle loro fatiche, perché le loro opere li seguono» (Ap 14,13). Niente di troppo rassicurante, a prima vista, se per essere felici bisogna essere morti... In realtà non si tratta tanto di morire quanto di morire «nel Signore»: che non vuol dire morire piamente, ma, in un contesto di persecuzioni, aver saputo mettere la morte al suo giusto posto. Perché la morte è un male, nella fede cristiana, ma non è il peggiore dei mali: vivere nella paura della morte significa vivere sempre in schiavitù, sempre sottomessi a quanti ci minacciano di toglierci la vita. Felici piuttosto coloro che hanno potuto vivere liberi, perché sapevano che Dio è vincitore anche della morte! © riproduzione riservata
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