«Eallora, nonna?»... «E allora la bambina, camminando tra le nuvole cercava la strada del cielo, ma c'era tanta confusione tra i cirri che portavano tempesta e le nuvolette color del sole che stavano lasciando la terra. “Ma qui non c'è nessuno”, diceva guardandosi attorno. “Ci sono io”, rispose un angioletto dall'abito modesto e le ali senza luce. “Perché sei così?”, chiese la piccola. “Perché sono un angelo di terza classe, mi devo ancora guadagnare i posti più alti. Ma ora vieni con me, tu sei il mio compito di oggi”. “Ma io non so volare”. “Non importa”, rispose l'angelo, “guarda le nuvole più alte, apri le braccia, l'aria forte ti spingerà”». «E dopo, nonna?»... «E finalmente si alzò il vento e il cielo diventò d'argento e d'oro e si sentì una voce che chiedeva: “Tu, bambina cosa vuoi fare? Cantare nel coro degli angeli o suonare uno strumento nell'orchestra del cielo?” La bambina fece un grande sospiro e con coraggio disse: “Io vorrei tanto suonare il piano. I miei genitori non avevano i soldi per comprarne uno, io allora muovevo le mie dita sul balcone di casa e pensavo di suonare solo per me”. “Va bene”, rispose la voce che sembrava quella del vento, “lo avrai”. Ma adesso andiamo a riposare cara», disse la nonna. La piccola già si addormentava, avvolta in un nuovo sogno. Le feste stanno andando via mentre noi vorremmo trattenerle ancora per non pensare, per non sentirci responsabili dei nostri giorni, per chiudere gli occhi e non vedere il dolore che sale dalla nostra terra, quasi lunghe scie di fumo, per non ascoltare l'ultimo grido dei nostri figli che affogano nel buio del mare. Il dolore e l'odio si tengono per mano mentre passano sulle nostre strade, nelle città, nelle campagne, confondendo la giustizia con l'avidità, il diritto con la vendetta. Non so se abbiamo mai goduto di una completa pace, contemporaneamente su tutta la terra o se la difficoltà di comunicazione ci ha potuto nascondere liti lontane mentre noi abbiamo costruito le nostre civiltà sulle sconfitte e sulle vittorie. Infinite sfere rotolano nei cieli senza scontrarsi, seguendo una loro strada, chi è viva di luce, chi è scura e noi in mezzo a loro seguiamo leggi che immaginiamo eterne. Leggi che chiedono serenità di giudizio, rispetto per la natura, piacere di godere dell'ombra e del sole, gioia di offrire qualcosa che ci appartiene, allegria fatta di piccole cose, amore senza scelta di colore, di razza, di intelligenza. Oggi ci viene chiesto il coraggio di camminare diritti anche se abbiamo paura, allora offriamo ai giovani una meta per la quale valga la pena di lavorare, di essere presenti con la forza della propria volontà, intuizione e fantasia. Adesso, nei primi giorni con l'incontro del nuovo anno.
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