Il patrimonio musicale, letterario e spirituale delle laude è una delle ricchezze più preziose cha sta alle radici della nostra storia culturale. Al fianco dell'apparato liturgico "ufficiale", sin dal Medioevo e soprattutto in Italia centrale, numerose confraternite laicali hanno dato vita a canti in lingua volgare e a forme di partecipazione devozionale che sostenevano un approccio più immediato e diretto alla dottrina cristiana e che coinvolgevano fasce sempre più ampie della popolazione. Grazie alle "compagnie di laudesi" è dunque venuto alle luce un repertorio straordinariamente ricco e unanimemente riconosciuto di altissimo valore artistico; si pensi alle testimonianze offerte dal duecentesco Laudario di Cortona o dai numerosi codici che hanno accompagnato la vita religiosa delle più importanti città umbre e toscane.
Nel disco intitolato semplicemente Laudes, Denis Raisin Dadre e il suo eccellente ensemble Doulce Mémoire si sono spinti ben oltre i tradizionali confini di questo territorio fino a raggiungere il cuore del XVI secolo, in un'epoca in cui si andavano affermando i dettami propugnati dalla Controriforma e l'influenza di figure come san Filippo Neri che seppe dare una spinta determinante per la rinnovata fortuna del genere della lauda. La maggior parte dei componimenti riuniti nel cd (pubblicato da Zig Zag e distribuito da Jupiter) proviene infatti da volumi pubblicati proprio nel 1563 " anno di chiusura del Concilio di Trento " come il "Primo libro delle laudi" stampato a Roma (da cui è tratta Cor maligno e pien di fraude di Giovanni Animuccia), il fiorentino "Libro primo delle laudi spirituali" e la raccolta veneziana di "Musica spirituale", all'interno della quale sono incluse Piangete egri mortali di Adrian Willaert e Con doglia e con pieta di Jhan de Ferrara.
A questi splendidi brani Raisin Dadre accosta sorprendentemente due canti derivati dall'antica tradizione araba, cercando un parallelismo tra il cammino di ricerca e rinnovamento compiuto dalla religione cristiana e l'esperienza mistica cresciuta in ambito musulmano; più che di un vero e proprio collegamento di carattere storico e artistico si tratta dell'augurio di pace e convivenza che il maestro francese affida al linguaggio universale della musica.
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