Decisione sofferta: dedicare questa puntata tutta quanta al calcio. La questione è seria: il calcio smuove innumerevoli passioni e conseguenti valanghe di denaro. E se fossimo in presenza di una frana che annuncia la valanga che precede lo sbriciolamento dell’intera montagna? Gli indizi sono tanti a partire dall’Italia e da D’Onofrio, il procuratore dell’Aia (Associazione arbitri) messo lì chissà come e arrestato con l’accusa di traffico internazionale di droga. «L’Aia per ora continua a tacere – scrivono Monica Colombo e Carlos Passerini sul “Corriere” (16/11) –. Ma prima o poi i vertici arbitrali dovranno dare una risposta alla domanda che tutti si fanno: com’è stato possibile che nessuno si sia mai accorto di nulla?». Eppure, molti si erano accorti di moltissimo.
Con tempismo da centravanti di rapina, sbucano le intercettazioni telefoniche relative all’assegnazione dei diritti tv del nostro campionato. Titolo sulla “Repubblica” (16/11): «Malagò sui presidenti di A: “Sono delinquenti veri. Preziosi un pregiudicato, Lotito il capo. Juventus e Roma colpevoli come lui”». E Malagò è il presidente del Coni. Tutti sapevamo delle migliaia di morti in Qatar per la costruzione dei mega stadi; del mancato rispetto dei diritti umani; dell’assurdità di una simile sede per i Mondiali; lo sapevamo fin dall’assegnazione, di cui sfuggiva la logica se non quella del denaro, un pozzo inesauribile che zampilla denaro.
Ma adesso che tutti (tranne noi) stanno per giocare, scoppia la polemica per i 200 milioni pagati dalla Rai per trasmettere le partite: “Stampa” (16/11): «Rai nel pallone». Alza la voce Fiorello, certo non solo in cerca di pubblicità per il suo nuovo programma. Titolo sul “Corriere” (16/11): «In Qatar né diritti né calcio, tutti via dai Mondiali». Un fatto concreto sul “Fatto” (16/11), per il quale questi sono «Mondiali della morte», con Paolo Ziliani che annuncia: «Sul “Fatto” in edicola non troverete neppure un pezzo sul torneo di calcio». Storce il naso il “Giornale” (16/11) che denuncia «il boicottaggio tardivo dei vip. In Qatar è ipocrisia Mondiale».
Ma poiché comunque si gioca, allora – propone Gian Antonio Stella sul “Corriere” (16/11) – «tifiamo Iran» con i suoi calciatori solidali con le donne. Intanto l’Italia gioca in amichevole in Albania. Tristezza.
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