È testaccino. Papà aveva lí, a Testaccio, dov'è nata la Roma, una macelleria, e leggenda vuole che Totti, da Pupone, l'abbiano tirato su con le sue bistecche, anche se stava a Porta Metronia. Non lo avrete mai sentito parlare in romanaccio, è educato, misurato, discreto come i suoi sorrisi. Ma è romano de Roma e gli trovo - dopo i suoi passaggi...terapeutici al Parma, alla Juve, all'Inter, alla Rometta stessa e oggi alla Sampdoria - una qualifica tutta nuova: il medico della mutua. Anche se gli mancano la maschera, le parole, i guizzi un po' cialtroni e la teatralità vistosa di Albertone Sordi. Che gli voleva bene. E lo so perché ero con lui quando girava in Romagna Il presidente del Borgorosso Football Club e mi scroccava chiacchiere e sigarette. Mentre infuria il dibattito fra Risultatisti e Estetisti, lui, Claudio Ranieri, classe 1951, 21 panchine, trofei raccolti in ogni serie, si raccomanda per qualità obsolete: serietà, competenza, talento magistrale. Che in patria - a parte Catanzaro, dov'è un idolo - gli hanno fruttato poca gloria ma molto denaro. Perché Mr.Ranieri è un allenatore internazionale laureato in Inghilterra. Il primo italiano all'estero, anzi il secondo: il primo a “bucare” è stato il mio amico Enzo Ferrari che se ne andò dall'Udinese al Saragozza nel 1984. Uno spot. Ranieri è primo al mondo per l'impresa di Leicester 2016, vittoria con monumento. Alla romana, insomma. Lui dopo Giulio Cesare. Il destino ha voluto che lo chiamassero per la seconda volta a sostituire Eusebio Di Francesco, romanista come lui, gli somiglia anche per educazione, compostezza, ma prima deve lasciargli la panchina della “Maggica” eppoi quella della Samp proprio mentre arriva la Roma di Fonseca, ovvero di Dzeko e Zaniolo. Quando il sor Claudio entra a Marassi non riesce a celare una pur furtiva lacrima: il popolo blucerchiato l'accoglie con applausi ma io credo che la commozione l'abbiano suggerita il giallo e il rosso. Tant'è, il match finisce alla pari, uno dei sei Zero a Zero di questo campionato, in sostanza un volemose bene. Il lavoro comincia oggi. Genova per lui è un derby nuovissimo di fondo classifica con il Genoa che si sta liberando di Andreazzoli (in arrivo Thiago Motta), uno come lui, modesto, educato e competente, malcapitato nella stagione in cui i giocatori, più che i presidenti, licenziano gli allenatori. Come Di Francesco. Come Giampaolo, in particolare, un tecnico che avrei lasciato a Genova. Per il bene della Samp. E del Milan. Visto come correvano con Pioli? Gli è scappata la vittoria per un soffio anche perché non hanno novanta minuti nelle gambe. Chiedere al predecessore. A proposito, il primo whatsapp ricevuto all'alba diceva:«Ma Ranieri non potevano prenderlo al Milan?».
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