I follower di Andrew Sanggu Kang, sull’account Instagram @coreano_lc, sono obiettivamente pochi: poco più di 6mila, raccolti a partire dal 2018. Per non parlare del canale YouTube, dove ha 167 iscritti e gli ultimi video risalgono a 5 mesi fa (il progetto iniziale, nel 2015, era già moderato: una diretta alla settimana, alle 20.40 del mercoledì).
Anche le fonti che parlano di lui al di là dei suoi post sono scarse: praticamente una sola, anche se ripresa qua e là. Tuttavia ci sono buoni motivi per inserire questo «creator di video» (così nell’autopresentazione) nella nostra galleria di missionari digitali.Fratello Kang – si legge in due articoli comparsi lo scorso marzo, a distanza di pochi giorni, su Aleteia ispanofono e su Aleteia francofono – ha 29 anni ed è di origine coreana. Nel 2013 è entrato nel noviziato dei Legionari di Cristo, e nel 2015 ha preso i primi voti. Attualmente è in cammino verso il sacerdozio, ma frattanto ha dovuto prestare, per 18 mesi, il servizio militare. Comunque l’ordinazione non è lontana: dovrebbe avvenire nel 2027, lo stesso anno in cui nel suo paese si terrà la GMG. Ma questa cronologia dice molto di più se alle date si accostano i luoghi.

Quando incontra la sua futura congregazione religiosa, Andrew Sanggu Kang ha lasciato da qualche anno la Corea per gli Stati Uniti: avvertiva come «rigido» il cattolicesimo tradizionale della sua famiglia. Il noviziato si svolge in Inghilterra. Poi si trasferisce a Roma per avviare gli studi di filosofia. Torna in Corea, nell’esercito: ne parla come di un periodo che ha contribuito al discernimento vocazionale. Dopo trascorre qualche tempo nelle Filippine, in missione.
Finalmente di nuovo a Roma – dove è tuttora – a studiare teologia. È dall’Italia che si affaccia su Instagram.In sintesi: una vera e propria vocazione globalizzata, che ben si compone con l’attività sui social media. Anche se nel suo orizzonte sembra esserci un ritorno in Corea, dove – spiega – «il cristianesimo si sta sviluppando rapidamente» e la Chiesa «è ampiamente rispettata, perché serve la società con compassione e dedizione», ma «vivere secondo gli insegnamenti di Gesù in Corea è una sfida», in quanto «il paese non ha fondamenti culturali cristiani» e «il relativismo religioso è molto diffuso».
La comunicazione di fratello Kang sui social è molto semplice. Sorridente, è sempre vestito da seminarista, talvolta con la talare, talaltra con un ordinato clergyman. In uno dei reel più cliccati (149mila volte) presenta in 15 secondi la scelta tra la vocazione matrimoniale e quella sacerdotale e chiede di interrogarsi su quest’ultima. Tra quelli meno popolari, che sono la maggioranza, ne noto uno nel quale spiega la sua «sfida» (nel senso che la parola ha sui social) di marzo: prestare servizio presso una casa romana delle Missionarie della carità di Madre Teresa di Calcutta, consapevole delle sofferenze degli immigrati in Italia.