«Fino alla follia ti amo, Signor / non c’è più alcun dubbio dentro al mio cuor / che io ti amo / che io ti amo / Signor»: è la traduzione del ritornello di “Hasta la locura” (Fino alla follia), il brano del 2001 che tuttora rappresenta il maggior successo di Pablo Martínez. Argentino, 46 anni, si può classificare con ragione tra i “papaboys”, dal momento che deve alla sua partecipazione alla GMG di Roma 2000 la decisione di presentare le sue canzoni, che componeva da quando era diciottenne, ai festival locali. Il canale YouTube, attivo dal 2007, contiene 321 video, in prevalenza musicali, che hanno fruttato finora 165mila iscritti e mietuto 46,7 milioni di visualizzazioni.
Pablo Martinez - .
Su Instagram si affaccia invece con contenuti autonomi rispetto alle canzoni nel 2016. I post che si incontrano più di frequente sono sul brano del Vangelo della messa del giorno, che compare nello spazio del testo scritto, mentre nel video, spesso sottotitolato, Martínez lo commenta attualizzandolo. Sporadicamente si trovano cose di altro genere: cronache personali, interventi su determinate questioni e promozioni delle nuove canzoni e delle esibizioni in calendario. Le visualizzazioni dei post evangelici sono state, dal 24 dicembre a oggi (quindi sostenute da un probabile effetto-Natale), mediamente 70mila; l’account ha 240mila follower.
Su Wikipedia e altrove in Rete si presenta Pablo Martínez come un catechista, conferenziere, scrittore e cantautore cattolico. In un’intervista all’agenzia di notizie del Consiglio episcopale latinoamericano (CELAM) di un anno fa, spiega che la sua vocazione è quella del catechista, che egli vive «nella Parola annunciata nella musica, nella Parola annunciata negli scritti e nella Parola annunciata in Rete attraverso i video», e prosegue insistendo sul valore della musica come veicolo di evangelizzazione delle giovani generazioni, come via per raggiungere le «periferie esistenziali di cui tanto spesso il Papa parla».
In una precedente intervista a “Città Nuova”, data mentre, a fine 2022, si trovava a Roma, Martínez si esprime più diffusamente intorno alle opportunità e ai rischi della missione digitale. «Ho capito che [i social sono] un habitat, un mondo dove tante persone si esprimono, comunicano, condividono interessi, gusti, lamentele, gioie. Gesù ci invita ad andare fino ai confini della Terra, e oggi i social network sono quel confine». E pur consapevole che «la presenza non sarà mai superata dalla virtualità», perché «la fede è principalmente comunitaria, ha bisogno di essere resa visibile negli altri e con gli altri», definisce senza incertezze l’ambiente digitale come «un territorio di missione; dobbiamo imparare a viverlo, abitarlo e scoprirne il bene, perché laddove c’è un essere umano, Dio è lì».
Negli oltre vent’anni trascorsi dall’uscita di “Hasta la locura” Pablo Martínez ha completato gli studi teologici e quelli in scienze della formazione, ha insegnato e ha pubblicato alcuni libri; inoltre si è sposato ed è diventato padre di una bambina. Tutto ciò si riverbera nei suoi video sul Vangelo: girati in esterno indossando un abbigliamento casual, hanno il sapore di una predicazione laica, in cui egli prende spunto dalle cronache o dalla vita quotidiana per mettersi, insieme ai suoi follower, in ascolto della Parola. Lo si percepisce sincero – come afferma di essere nelle sue canzoni.