domenica 5 marzo 2006
Qualcuno ha scritto che ogni traduzione è un tradimento. Figuriamoci quando la traduzione di un concetto è deliberatamente fatta con spirito polemico o senza la necessaria competenza. All"Angelus di domenica 26 e a proposito degli attentati "in nome di Dio", il Papa aveva detto chiaramente che «Dio, Creatore e Padre di tutti, chiederà conto ancor più severamente a chi sparge in suo nome il sangue del fratello». Benedetto XVI aveva usato intenzionalmente un linguaggio biblico, ma siccome sull"immaginario popolare fa più colpo un Dio vendicatore, quasi tutti i quotidiani (Corriere della sera, Repubblica, Stampa, Giornale, Unità..., lunedì 27) hanno fatto l"identico titolo: «Dio punirà chi uccide in suo nome». Eppure da una decina di giorni era nelle redazioni il numero 3736 della Civiltà cattolica, in cui era chiaramente scritto, a proposito dell"«Aldilà cristiano», che «non è Dio che condanna all"inferno, ma è l"uomo che deliberatamente, e ostinatamente, lo sceglie». Un secondo analogo "tradimento" è, dopo l"affaire Gaz de France, il titolo d"apertura della prima pagina di Libero (martedì 28): «Dio stramaledica i francesi», che copia lo slogan fascista del tempo di guerra «Dio stramaledica gli inglesi». Il terzo tradimento è quello di Riccardo Barenghi che, passato con armi e bagagli (la sua rubrica «La jena») dal Manifesto alla Stampa, ha trattato così (martedì 28) il discorso di Benedetto XVI all"Accademia della via sull"embrione: «Secondo il Papa Dio non vede differenze tra un embrione e un bambino. È miope?». E invece papa Benedetto aveva detto che «Dio non fa differenza» e La Stampa, a pag. 9, l"aveva anche scritto in grande nel titolo. Ma la jena, che gira di notte in cerca di carcasse, non ci vede. C"è un altro miope: è Antonio Polito, direttore di Il Riformista, che a questo stesso proposito scrive: «Neanche stavolta nelle parole papali c"è un"esplicita equiparazione dell"embrione alla persona». Che cosa doveva dire di più il Papa per spiegarlo a Polito?
LA LEZIONE DELLA TURCHIAIl «Rettore ottomano» dell"Università di Istanbul ha vietato l"uso del velo islamico alle studentesse e su La Repubblica, (domenica 26) Corrado Augias titola il suo commento così: «Libertà religiosa: la lezione della Turchia». Manderemo ad Augias la pagina di Avvenire di quella stessa domenica in cui si documentano le chiese sfregiate, trasformate in moschee, in ristoranti, in alberghi nella metà turca di Cipro. E anche la pagina di Repubblica (20 febbraio), in cui si parla del film turco, in proiezione a Istanbul con incassi record, che raccoglie gli applausi clamorosi del pubblico quando un agente segreto turco uccide un diplomatico americano.
L"ALLEGRA AGENDA ROSSALiberazione, «giornale comunista», ricorda (18 febbraio) «i martiri della Chiesa e del Capitale» che una nuova «Allegra Agenda» elenca, giorno per giorno. A parte le stupide assurdità come quella di «Rosa, bambina di 9 anni di Managua, scomunicata nel 2003 perché era stata fatta abortire dopo uno stupro», sembra giusto aspettarsi ora un"altra agenda ancora più «allegra» con l"elenco delle vittime del comunismo. Attesa inutile, perché, a metterne una per pagina e considerato il loro numero (cento milioni), ci vorrebbero 274.000 agende.
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