domenica 25 gennaio 2015
«Allora ti piace questo Papa?».La domanda sbuca in ogni conversazione. A me innervosisce. Mi piace? Non mi piace? Di che stiamo parlando e a chi? Se percepisco che è funzionale ad un dibattito digrigno i denti. Sorrido, e capita spesso, se chi la pone cerca una conferma per condividere una gioia che consola e scalda il cuore.Sono gli occhi di chi pone la domanda a fare la differenza.«Sì, mi piace, è il Papa».Ci sono gesti che mi hanno commosso profondamente, da farmi intonare, sommesso, il Te Deum.«Sì, mi piace, è il Santo Padre».Viene da lontano, è poco attento a protocolli e consuetudini di italiani ed europei che, da figli e figlie prediletti, si sono fatti orfani, di che si lamentano?«Sì, mi piace Francesco», è una ventata di aria fresca e secondo il luogo in cui si è posizionati si manifesta come brezza primaverile o gelida tramontana. Chi ama la Chiesa non può che gioirne. Non sarà la mediocrità, non lo è mai stata, a sostenere la fede, la speranza, la carità, ma gesti capaci di scrostare le parole, parole di sempre, dalla collosità e dall'opacità che ne sviliscono forza e luce. Di lievito e sale si può anche fare una schiacciatina gommosa e indigesta.
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