Quanto fa notizia il presidente Mattarella? E quanto i ragazzi autistici? Sul difforme interesse dei quotidiani italiani potremmo avanzare ipotesi ma servirebbe troppo spazio. Giudizio sospeso, quindi. Il fatto: domenica scorsa Mattarella è ospite all’inaugurazione di PizzAut, pizzeria di Monza gestita da ragazzi autistici e nata per l’iniziativa di Nico Acampora, papà di un ragazzo autistico. L’occasione è fornita dalla Giornata internazionale della consapevolezza dell’autismo. Ieri (3/4) “Corriere”, “Stampa” e “Quotidiano nazionale” dedicano all’evento due pagine ciascuno. Il “Corriere” ingaggia tre giornaliste: Rosella Readelli, Elisabetta Soglio e Margherita De Bac; la “Stampa” Monica Serra, Lorenzo Rotella e soprattutto Gianluca Nicoletti, papà di Tommy, ragazzo autistico di cui in passato ha già scritto: conosce la materia sulla sua pelle. E gli altri? Non vanno oltre il minimo sindacale “Repubblica”, “Giornale”, “Domani” e “Messaggero” con un inquadrato. Ignorano del tutto l’evento “Fatto”, “Libero” e “Verità”. Si può escludere una selezione su base ideologica: a scrivere poco o nulla sono testate di ogni orientamento. Ma che occasione persa! Immergersi nella cronaca, stare in mezzo a cuochi e pizzaioli sistematicamente “esclusi” pur possedendo intelligenze brillanti e sensibilità ignote ai più; stare accanto a Mattarella, scambiare idee con il cantante Elio, raccontare raccontare raccontare: l’essenza del giornalismo. Resta lo spazio appena per raccomandare la scheda tecnica di De Bac sul “Corriere”, con domande e risposte sull’autismo, decisamente “questo sconosciuto”, «una condizione e non una malattia» che in Italia è presente, nelle sue varie forme, in un bambino ogni 77. E per invitare alla lettura della testimonianza di Nicoletti, con un titolo amaro che solo in parte riesce a riassumere la profondità delle sue righe: «I nostri figli “cervelli ribelli”, una giornata non serve se poi il Paese li dimentica». Scrivendo dell’«infaticabile caparbietà a cambiare il destino di suo figlio» dell’«autism manager» Nico Acampora, avverte che «i fondi necessari a realizzare la sua superba impresa se li è cercati lui, spicciolo dopo spicciolo». E niente di simile viene in mente, a Nicoletti, realizzato da un Ministero o da una Pubblica amministrazione.
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