giovedì 20 aprile 2023
Quale valore ha la visita, anzi il pellegrinaggio del presidente Mattarella ad Auschwitz? A ribadire – senza ombra di dubbio alcuno – che i quotidiani non sono per nulla tutti uguali, c’è chi gli dedica la prima pagina e chi non scrive nulla da nessuna parte, come se in Polonia non si fosse mai andato, il Presidente! (Tutte le citazioni sono di ieri, 19/4). La “Repubblica” mette in prima la foto di Mattarella, con la figlia Laura e le sorelle sopravvissute Andra e Tatiana Bucci, sotto l’insegna «Arbeit macht frei» all’ingresso del campo. Al seguito del Presidente c’è l’inviato Concetto Vecchio – “Avvenire” ha Angelo Picariello, sua la cronaca a pagina 8 – il titolo interno è «Bisogna combattere gli araldi dell’odio», quello in prima «Mattarella: “I regimi fascisti complici del genocidio”». È questo il concetto sottolineato anche dalla “Stampa”, che propone il discorso integrale del Presidente: «“I fascismi aiutarono lo sterminio”», non un’opinione ma un fatto storico. Per Ugo Magri, suo il commento, più di un semplice discorso, ma «Una lezione dal lager». L’inviato del “Corriere” è Francesco Battistini: «Mattarella e l’orrore di Auschwitz. “I regimi fascisti furono complici”». “Domani” consegna alla visita (quasi) l’intera prima pagina e la utilizza in chiave di politica interna: «“Carnefici nazisti, complici fascisti”. Mattarella insegna la storia a Meloni». E gli altri? Niente in prima ma pagine interne per “Quotidiano nazionale” e “Messaggero”. “Libero” colloca Mattarella di taglio basso sotto «La linea Lollobrigida sugli immigrati», come il “Fatto” che concede qualche riga insieme al Ministro: «Lollobrigida difende la razza. Mattarella parla ad Auschwitz» (accostamento assai poco spiritoso). La “Verità” oscura del tutto Mattarella, però affida una pagina intera a Marcello Veneziani dal titolo: «Scientifico o elitario, il razzismo è di sinistra», che in effetti suona “sinistro” ricordando la Shoah. Sul “Giornale”, pur cercando scrupolosamente, Mattarella non esiste ma troviamo la parola “lager”. Usata però dagli animalisti, che definiscono «centro lager» il Casteller, luogo del confino per orsi problematici: zero spazio a Mattarella, ma due pagine all’orsa; e una perfino alle raccomandazioni per assistenti di volo: niente barba, tatuaggi né gomma da masticare. © riproduzione riservata
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