Danni per oltre 350 milioni di euro. Se si vuole quantificare quanto il clima avverso possa far male all'agricoltura - e quanto questa sia, al di là della modernità, ancora tanto soggetta alle vicissitudini meteorologiche - basta l'ammontare stimato dei danni calcolati dai coltivatori dopo l'alluvione che ha tartassato le campagne toscane. Non conta adesso capire se quei 350 milioni siano gonfiati oppure calcolati per difetto, e non vale nemmeno far conto sulle capacità proprie delle produzioni di riprendersi dopo il maltempo. Fatto è che la produzione agricola nazionale continua ad essere danneggiata da un clima avverso, i cui effetti vanno di pari passo con quelli della congiuntura difficile e delle manovre speculative. Certo, l'agroalimentare italiano continua ad avere una qualità e un prestigio riconosciuti - e imitati - pressoché in tutto il mondo. Ma produrre vino oppure frutta, grano oppure latte, non è come progettare e produrre autovetture o capi di vestiario. Forte della sua qualità, l'agricoltura nostrana è intrinsecamente debole di fronte al clima, così come davanti all'altalenare dei mercati.Il maltempo in agricoltura colpisce duro su più fronti. Può spianare un campo di grano e spogliare filari di alberi da frutto, allagare le stalle, causare perdite di macchinari agricoli e lesioni alle infrastrutture nelle aree rurali. Sempre in Toscana, ad esempio, le ultime piogge hanno provocato, solo in provincia di Grosseto, danni stimati per 300 milioni; di questi, 40-50 sono rappresentati dai danni alle colture in campo (orticole e foraggere) e dalla perdita delle semine già effettuate. Il resto è determinato dalle perdite di mezzi, scorte e danni ad edifici.E se questa volta è la Toscana ad aver subìto la sorte peggiore, situazioni simili si sono verificate in altre aree dello Stivale. Nel Lazio, secondo Coldiretti, sarebbero pari a circa 20 milioni i danni stimati e in Umbria sono 500 le aziende interessate, per 15 milioni di danni.È da tutto ciò che deriva il significato forte della vendita di prodotti agricoli provenienti dalle aree alluvionate che la Coldiretti ha organizzato per questo fine settimana a Roma. In fila per essere acquistato (anche via Internet), quanto di meglio la Toscana agricola riesce a produrre: Pecorino, olio Igp, vini Morellino di Scansano della Maremma e Candia dei Colli Apuani, ma anche miele e conserve di pomodoro. «Acquistare questi prodotti - dice Coldiretti - significa rimettere in moto una filiera che garantisce opportunità economiche e lavoro, ma anche sostenibilità ambientale».Ma tutto questo non basta sicuramente ad assicurare certezze per il futuro. Da qui la richiesta dei coltivatori di investire di più nella prevenzione (la cosiddetta "messa in sicurezza" del territorio, mai di fatto realizzata pienamente) ma anche di far scattare un intervento straordinario per affrontare l'emergenza arrivando all'immediato esonero dai contributi previdenziali e tributari in scadenza.
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