martedì 23 aprile 2013
Anche oggi servi dei sacerdoti e degli scribi sono apparsi a un certo punto dal dorso della collinetta: «Se non sei il Cristo perché battezzi?». Ma una donna del popolo, con le gambe già nell'acqua, si mette a gridare: «Giovanni, dicci cosa dobbiamo fare?». Ha la faccia tesa, segnata da anni e dolori. «Chi ha due tuniche, dice piano Giovanni guardandola sapendo di schiantarle il cuore, ne dia una a chi non ne ha». Quella abbassa gli occhi sull'acqua verdastra.«E noi, cosa dobbiamo fare?», dice un soldato che sta sull'argine. «Non maltrattate, non estorcete, contentatevi delle vostre paghe». Dai servi arriva ancora la richiesta: «Allora, Giovanni, chi sei?». La folla si avvicina, lo stringe. Visi segnati dal sole. Si riparano gli occhi per vederlo. Giovanni li guarda. Negli occhi di qualcuno ha visto fede sincera. In molti vede una esaltazione senza senso, o una ira disperata. Quelli che sono in collera con gli uomini e allora pensano di amare Dio. Molti vengono per ridestare il petto morto. Potrebbe guidarli come Simone di Perea, che appiccò il fuoco al palazzo di Erode. O Athronges, l'invasato che creò un suo piccolo regno. Ma il potere non appartiene ai profeti. E lui è della razza dei profeti. Ma alla mattina vorrebbe aprire gli occhi e vedere un segno chiaro di Dio.
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