Con un entusiasmo quasi da neofita, Pietro Citati descrive, su Repubblica, (lunedì 18) le meraviglie del Corano, anche se, scrive citando Maometto, «Dio "scaglia la verità": non vuole farla conoscere o spiegarla [...] Il Corano rifiuta di spiegarsi [...] La parola di Dio è stata avvolta da un tenuissimo e oscurissimo velo [...] Per scoprir[n]e lo spirito e il significato profondo [occorrerebbe] un'operazione insieme necessaria e impossibile». Soprattutto, però, Allah «non ha alcun bisogno degli uomini [...] e del mondo che ha foggiato. "Se non li avessi creati " dice " non ne avrei alcun danno, se non eseguono i miei ordini non me ne viene alcun detrimento e se mi obbediscono nessuna utilità"». Insomma, non gliene importa niente. E poi «siccome è unico, comprende in sé tutte le opposizioni [...] il bene e il male [...] Ciò che fa Iblis, l'angelo della Tenebra, esce dalle sue mani». Dubito che questa sia una corretta lettura del Corano, ma ciò che più sorprende è l'affermazione che «col suo concetto di Trinità, alla quale si è aggiunta la divinità di Maria [sic!] il cristianesimo è molto più complicato».
Davvero? Molte delle meraviglie coraniche erano, già un migliaio di anni prima, nella Bibbia ebraica. In ogni caso il Dio cristiano è semplicissimo: è Amore. Per amore ha creato l'universo e l'uomo libero e responsabile e per amore gli ha delegato molte responsabilità (è Adamo che dà il nome alle cose, mentre nel Corano "Dio insegnò ad Adamo i nomi di tutte cose", Sura II), ne ha accettato le trattative (con Abramo, con Mosè), ha lottato con lui (Giacobbe), e ne ha aspettato il consenso (nel Corano Maria non può assentire, perché "questa è cosa già decretata", Sura XIX). Infine l'assurdo: «Allah vuole un mondo tessuto di peccati e di peccatori che gli permetta l'atto divino del perdono».
Temo che Citati abbia molto da farsi perdonare, almeno dal Corano.
I CONSULTORI MUTI
Contro la riforma del sistema dei consultori proposta da Olimpia Tarzia, consigliere regionale del Lazio, si è scatenato lo schieramento abortista. La riforma mira a riportare i consultori all'idea originaria della loro istituzione (1975) e a inserire nel loro servizio il principio di una "preferenza per la vita", che dovrebbe caratterizzare ogni istituzione rivolta al pubblico. È già successo qualcosa di simile in Lombardia. Contro questa proposta sono scesi in campo l'Unità con Giulia Rodano (29 settembre), Gli Altri, settimanale del comunismo residuale diretto da Piero Sansonetti, con Emma Bonino (15 ottobre), La Repubblica (martedì12), Il Sole 24 Ore Sanità (martedì 19), il Manifesto (mercoledì 20). Per tutti il solito linguaggio mistificatore: «Assalto ideologico ai consultori», «Compenso economico in cambio della rinuncia ad abortire», «Condizionare la libertà di scelta delle donne» eccetera. Domenica scorsa, però, il Quotidiano Nazionale (Resto del Carlino, Nazione, Giorno) di domenica 17 racconta la vicenda di una mamma nigeriana, Mary Jane Emende, 30 anni, che vive nella Bassa Modenese: «Ero disperata, ho abortito mio figlio. Mi hanno solo fatto firmare dei fogli come in un ufficio notarile. Nessuno mi ha detto che proprio qui, dove abito, c'è un Centro di Aiuto alla vita che poteva aiutarmi, come sta facendo ora che sono incinta di due mesi».
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