Libertà di guidare
sabato 28 dicembre 2024
Loro erano solo polvere, coraggio e rumore. La strada era sterrata, senza illuminazione notturna. Molti piloti si portarono appresso il bagaglio, nel dubbio si dovesse pernottare da qualche parte. Giuseppe Morandi e Ferdinando Minoja invece si fermarono solo per fare rifornimento. Vinsero la prima edizione della “Mille Miglia” con una OM spider impiegando 21 ore e 4 minuti, alla media “strabiliante” di 77 km orari. Era il 26 marzo del 1927. I giornali, il giorno dopo, scrissero che era nata una nuova epoca. E che l’automobile «dominatrice del tempo e dello spazio» si era rivelata «un grande strumento di libertà». È un ricordo di altri tempi. Quelli in cui Henry Ford, l’uomo che motorizzò mezzo mondo con un marchio, il suo, confessava di togliersi il cappello quando vedeva passare un’Alfa Romeo. Nessuno può capire quali cambiamenti allora il possesso di un’automobile provocasse nella vita di una persona. Si era padroni di andare ovunque, raggiungendo luoghi dove le gambe non avrebbero mai portato, allargando l’orizzonte della vita. Oggi invece l’auto è lo specchio del fatto che qualcosa non funziona se, come capita a me, la prendiamo anche per andare a correre in palestra. Passiamo un terzo della nostra vita nel traffico e un terzo a cercare parcheggio. Il tempo che resta, io lo uso per tornare a vedere se ho chiuso le portiere. E non mi sento libero, ma solo infinitamente stupido. © riproduzione riservata
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