Settimana dei qui pro quo che, il latinista Claudio Lotito, traduce in Akpa-Akpro: nome di un piccolo eroe della sua Lazio, di cui parleremo. Come è giusto parlare del sacrosanto libero arbitrio che va garantito quanto il diritto di arbitrare liberamente su un campo di calcio. E a questo, è annesso anche il diritto all'umanissimo errore arbitrale. Errore che va concesso pure al calciatore, specie se non insulta il giudice di gara, ma lo abbraccia. Perciò, stop al processo per presunto «sessismo» ai danni del “Kun” Aguero. Dopo una decisione del guardalinee non condivisa dall'argentino, (genero di Maradona e asso del Manchester City) il suo abbraccio pacifico mano non de dios, al collo di miss Sian Massey-Ellis, ha scatenato un dibattimento processuale (per noi Aguero va assolto!) sui “generis”. Dibattito in stile british, ma comunque trash quanto quello scoppiato nel nostro bar sport Italia per l'arbitraggio del signor Francesco Fourneau di Roma. Stando ai soliti quattro amici al Var, dati causa e pretesto, per le sue “sviste” (dipende dai punti di vista) in Crotone-Juventus si dovrebbe procedere in duplice direzione: per la “crocifissione”, secondo sponda juventina (15 milioni circa di italiani) o per la “beatificazione”, sentenzia la fazione antibianconera (i restanti 45 milioni). Noi, da terzi comodi, riteniamo che questo nostro calcio non si eleverà mai di un millimetro finché la vulgata prevalente crederà alla leggenda metropolitana: «I campionati li decidono gli arbitri». Nell'era Moggiopoli (alias Calciopoli 2006) si era arrivati a scomodare la psichiatria per definire «sudditanza psicologica» la patologia di cui soffrivano – pare da tempo immemore – tutte le giacchette nere al cospetto delle maglie bianconere della Juventus. Ora, nell'era Pirlo alla Juve, potremmo refertare alla voce «pirlismo» quei polpastrelli grafomani che condannano senza appello Fourneau, così come i suoi pellegrini del “santo subito”. Secondo questi discepoli dell'ultim'ora, il direttore “francoromano” sarebbe riuscito a sanificare in appena 95 minuti un secolo di ingiustizie arbitrali a favore della Vecchia Signora. «Grazie Fourneau! – ribattono i campioni della palla avvelenata – per il rigore contro la Juve, il rosso a Chiesa e il gol annullato a Morata». E concludono: «Ci manchi già, eroe!». Lo scriba, ci tiene a precisare, che non è juventino (combatte da anni il giornalismo tifoso) e per chiudere il romanzo “Uomini che odiano la Juve”, ricordiamo che questa squadra, per manifesta superiorità, ha vinto gli ultimi 9 scudetti di fila e che la passata stagione ha avuto 11 rigori a sfavore, due meno del Lecce (primatista), retrocesso in B. Tre anni fa anche Jean-Daniel Akpa Akpro, 28enne “francoivoriano” della Lazio, era retrocesso, al ruolo di «disoccupato». Scaricato dal Tolosa, brancolava nel buio, ma in fondo al tunnel (a Salerno) l'ha scovato il solito Igli Tare, factotum di patron Lotito. I due Mida, si sono commossi al 1° gol in Champions del loro bomber “economy”: Akpa Akpro è costato 200mila euro ed è il calciatore meno pagato delle big d'Europa. «Videtur admodum» (Apparire con poco) Lotito docet.
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