La regola delle strisce pedonali è semplice: qualsiasi mezzo in transito si deve fermare in caso di attraversamento delle persone sui grandi rettangoli bianchi. È una regola che vale in tutto il mondo. In alcuni Paesi le illuminano, altrove le realizzano con una sporgenza che obbliga i mezzi a rallentare. Personalmente sono molto attento ai pedoni e spesso alzo la voce quando qualcuno non si ferma a far passare chi è a piedi. Qualche giorno fa però mi è accaduta una cosa che mi ha fatto riflettere. Era ora di pranzo, avevo mille pensieri. Faceva caldo, c'era traffico ed ero in ritardo. Ho imboccato – in auto – una via che percorro spesso e, pur andando alla velocità consentita, quando sono arrivato vicino alle strisce (con alcuni pedoni a margine strada che aspettavano di attraversare) non ho fatto in tempo a frenare. Non è successo niente, le persone ai lati della strada mi hanno fissato: alcune stupìte, altre abituate, molte rassegnate. Ed è successo proprio a me, che ci sto sempre attento. A me, che se divento pedone in una situazione del genere mi sbraccio o culmino il mio disappunto con un ironico applauso a scena aperta verso il conducente, che sfocia in un commento con i miei compagni di traversata della strada. "Ma chi gli ha dato la patente?", "Ma pensa te, ecco come nascono le disgrazie, tutta colpa degli incoscienti come questo"... Ecco, lo scenario si è improvvisamente capovolto, gli attori sono diventati spettatori e viceversa. Come fanno presto le cose a cambiare. Basta un momento, una distrazione, una leggerezza. Quante persone come me anche una sola volta in vita loro hanno fatto un errore del genere, pur senza conseguenze? Tante, moltiplicatele per tutti quelli che hanno la patente. I pirati della strada esistono, gli incoscienti pure. Ma quante persone vengono additate come pirati della strada senza esserlo? Quando puntiamo il dito contro qualcun altro, almeno altre tre dita della nostra mano le puntiamo automaticamente contro di noi. Ricordiamocelo sempre.
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