Le polemiche su Ong e migranti: in Rete tra oggettività e passione
mercoledì 3 maggio 2017
La grande e continuata discussione sul tema dell'arrivo in Italia di profughi e migranti si è concentrata negli ultimi giorni – con rilevanti contributi dei soggetti ecclesiali e dello stesso “Avvenire” – sul ruolo svolto dalle Ong nei salvataggi nel Mediterraneo. Ancora una volta accade che la Rete dia voce agli animi più accesi, specie di chi è pregiudizialmente ostile a qualunque forma di accoglienza. Su questo punto merita di essere sottolineata, come hanno fatto il sito web di “Repubblica” ( tinyurl.com/ltezczf ) e il giornale online “Il Post” ( tinyurl.com/n53mo7b ), la qualità con la quale il social media manager di Unicef Italia (che ne è anche il web content manager) prima ha preso la parola, sull'account Twitter dell'organizzazione, rivendicando la necessità di non gettare indiscriminatamente fango su chi è impegnato nei soccorsi, e poi ha risposto punto su punto a chi, commentando sullo stesso account, non ha risparmiato critiche e offese all'Unicef.
Certo, si dirà, ha fatto il suo mestiere: ha difeso la reputazione dell'Unicef in un ambiente, quello digitale, dove la reputazione è il bene più grande, ma anche quello maggiormente esposto a rischi. In diverse risposte, quelle più “fredde”, si apprezza inoltre l'impegno per mantenere la discussione su piani oggettivi, offrendo e pretendendo dati affidabili a sostegno delle diverse posizioni. Ma in altre più “calde”, davvero ferme anche se non violente, si apprezza anche una passione che dice della profonda adesione all'attività che in materia di minori migranti sta svolgendo l'organizzazione per conto della quale egli sta su Twitter. Ad esempio nella risposta a chi accusa l'Unicef di soccorrere non bambini ma «finti minorenni» è scritto: «Il 100% delle persone che soccorriamo sono esseri umani. E sarebbe bello se lo fossero anche il 100% delle persone che commentano». A giudicare dai “mi piace” e dai “retweet”, è la risposta più popolare.
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