Le parole per dirlo sono quattro: corvi, i due indagati e Vatileaks
domenica 8 novembre 2015
Che ci posso fare? Dare i numeri fa parte della mia natura, e allora, avendo già registrato una prima flessione dell'interesse per la nuova tornata di pubblicazioni di documenti riservati della Santa Sede, ho abbozzato un bilancio, misurando quali siano state le parole preferite dall'informazione ecclesiale digitale (e anche cartacea?), nell'ultima settimana, per raccontare questa storia.Al terzo posto, constato la straordinaria resistenza del termine “corvo” per indicare le persone responsabili della fuga di documenti: sono 96 i post che la contengono una volta o più, 23 al singolare e 73 al plurale. Al corvo si associa, popolarmente, l'idea di malaugurio: ovvero, la lettura che complessivamente il sistema dei media suggerisce per questo genere di vicende è, oggettivamente, di un'intenzione malevola verso le persone o le istituzioni che ne sono vittime.Il secondo posto, un ex aequo, dà ragione della prevalenza del plurale “corvi” sul singolare, ma anche del fatto che, prima ancora del contenuto dei documenti trafugati, questa volta si è avuta notizia di chi fosse indagato come responsabile del trafugamento: 115 articoli contengono il nome di monsignor Vallejo Balda e pressoché altrettanti, 112, quello di Francesca Chaouqui, a smentire l'idea che la giovane pierre risulti mediaticamente più attrattiva del maturo monsignore: almeno entro la blogosfera che frequento, non è così.Il primo posto, comunque, va al fortunato (si fa per dire) neologismo Vatileaks, che è presente almeno una volta in 149 articoli. Wikipedia, citando il “Corriere della Sera” (http://tinyurl.com/o9ga4j7), ne assegna l'invenzione a padre Lombardi, che però non credo la rivendichi. Esso richiama dati fuggiti (leaks) dal Vaticano (Vati), e quindi va altrove rispetto al neologismo originario Wikileaks, che allude a un concorso collettivo, oltre che anonimo e digitale, nel rivelare dati riservati di grandi organizzazioni. E che rimane molto più popolare: lo giura Google, dichiarando una proporzione di 15 ricorrenze contro 1. E meno male...
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