Le inutili catene di superstizione e un'immagine che parla da sola
domenica 14 maggio 2017
Mentre la concentrazione dell'informazione religiosa digitale su Fatima toccava, ieri, il suo massimo, cosicché i contenuti targati “Fatima” che uscivano dai miei robot stavano ben sopra il 50% del totale, ho preso a scorrere il diario di Facebook e mi sono imbattuto in due post che raccontano di forme, per così dire, alternative di partecipazione a questa attualità mariana.
Voto “zero” alle “catene” opportunamente segnalate al collega Giacomo Galeazzi da don Renato Borrelli. Una si appoggia a Fatima, l'altra a Medjugorje; né l'una né l'altra sono nate oggi, anzi circolano da più o meno tempo, via sms o social network. Il meccanismo è il solito: la richiesta di pronunciare una preghiera e la promessa, ridondante, di cose miracolose purché il messaggio sia rilanciato in modo da moltiplicarne la diffusione, associata alla minaccia di castighi o punizioni per gli inadempienti. Quando ancora viaggiavano con i servizi postali, queste forme di superstizione si chiamavano “catene di sant'Antonio”: avevano cioè nel nome un riferimento alla devozione popolare, a prescindere dal fatto di contenere o meno riferimenti cristiani. Quindi, niente di nuovo. Ma non caschiamoci...
Voto “dieci” all'immagine scattata dall'amico Salvatore Fancello all'interno del santuario della Beata Vergine di San Luca, cuore della pietà mariana dei bolognesi. Riproduce l'icona orientale all'origine della secolare devozione, custodita nella sua teca alle spalle dell'altare maggiore, così come la vede ogni pellegrino quando vi sosta davanti in preghiera. La foto è postata senza alcun testo di commento e non ho un'idea precisa del perché sia stata condivisa, ma penso voglia semplicemente dire: sono stato qui. E mi viene da credere che questo pellegrinaggio, effettuato da un cristiano comune e raccontato a pochi amici con un'immagine muta, sia sostanzialmente affine a quell'altro in corso, effettuato da un cristiano non comune e raccontato al mondo con un fiume di immagini e parole.
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