È stato così più o meno dappertutto: da un anno (o quasi) a questa parte ciascuna comunità religiosa ha dovuto adattare la propria vita alle pratiche di distanziamento fisico imposte dalla pandemia, e in questo adattamento hanno trovato spazio le risorse del digitale. Si legge dunque con consolazione il post nel quale Elzbieta Rafalowska, su “Settimananews” ( bit.ly/2YiDy9P ), ha raccontato che neppure una comunità per tanti versi fuori dall'ordinario come quella di Taizé ha potuto sottrarsi alla regola. «Tutte le attività di Taizé sono state cancellate dal lockdown. Si è bruscamente interrotta l'ospitalità dei pellegrini sulla collina e sono cessati gli incontri animati da Taizé in vari punti del mondo, compreso l'incontro europeo di fine dicembre 2020 che avrebbe dovuto aver luogo a Torino», scrive Rafalowska. Ed ecco entrare in scena la Rete. «Alla notizia del primo lockdown è subito arrivata ai frequentatori di Taizé la proposta della preghiera in streaming», ogni sera, con un piccolo gruppo di fratelli. Durante l'estate, si è offerto alle famiglie un incontro formativo settimanale; ogni giorno «giovani da tutto il mondo hanno messo in rete giochi, animazioni e canti tradizionali nelle diverse lingue». A fine anno si è tenuto comunque un incontro online, «con contributi dei frères di Taizé e di giovani di diversi Paesi». I fratelli continuano a rendersi disponibili da remoto: il 21 gennaio, ad esempio, si sono collegati con i giovani di Brescia. Taizé, oltre ad avere un proprio sito ( bit.ly/3cbJh9A ), è presente con account ufficiali su Facebook, Twitter, Instagram e YouTube. Qui, ogni sabato, va in onda in diretta video, alle 12.30, la “Preghiera di mezzogiorno” ( bit.ly/3iRf69g ) che per il resto della settimana viene diffusa solo via audio. Chi è stato almeno una volta a Taizé sarà lieto di respirarne di nuovo l'atmosfera, sia pure a distanza; chi non c'è mai stato, annoterà Taizé tra i luoghi dello spirito da visitare, «quando si potrà».
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