"Laici" senza alcun dubbio, che senza dubbio si fanno male da soli, come il fiero Orlando Franceschelli ("Riformista", 26/1, p. 1) che ce l'ha col "complesso di superiorità" dei cattolici sui laici, vittime del "complesso d'inferiorità"! Eppure mai sentito un cattolico serio sostenere che chi non crede è come tale "cretino", come al rovescio strillano dando i loro numeri "laici" illustri applauditi e acrobaticamente impegnati in politica. Valga il vero: lorsignori si sentono superiori e in prima dell'"Unità" domenica sono sicuri: «Il miracolo non c'è stato, il sangue di San Gennaro non si è sciolto neppure davanti alla Tv e noi laici non possiamo credere ai nostri occhi di fronte a tanta superstizione». Seguono ironie sulla «Chiesa razionale di papa Benedetto» mescolata con «i pizzini di Provenzano» e «la ricotta fresca». Che dire? Che "L'Unità" non sa che nei fatti "il miracolo" non era né atteso, né richiesto: il cardinale Sepe ha recitato il "Padre Nostro" e subito benedetto la folla con la reliquia. Niente altro. Resta il fatto che "L'Unità" in nome dei «laici senza dubbi» offende in prima pagina gran parte del popolo di Napoli, che però nelle urne conterà. Lorsignori si vogliono tanto male da farlo sapere a tutti. Stesso ritornello sul "Manifesto" (27/1, p. 1: "Déjà vu": già visto) che ironizza anch'esso sul «sangue di S. Gennaro, la peste e la monnezza». Sì, già visto: dal 18 aprile 1948! Enrico Berlinguer lo aveva capito, poi però fino ad oggi qualcuno è tornato indietro: in nome di una laicità senza dubbi, che senza dubbio si vuole male. Che dire? Uomo avvisato" Prosit!
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