La voce meravigliata del Messia battezzato
giovedì 9 gennaio 2025
Battesimo del Signore - Anno C In quel tempo, poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco». Ed ecco, mentre tutto il popolo veniva battezzato e Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì e discese sopra di lui lo Spirito Santo in forma corporea, come una colomba, e venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento». Si saranno guardati? Si saranno riconosciuti Giovanni e Gesù? E avrà avuto un sussulto il cuore di Giovanni mentre faceva scorrere l’acqua sul capo di Chi si era messo in fila con tutti gli altri, uguale e nascosto, silenzioso e umile? E cosa sarà passato in quello sguardo, quale capriola dei nervi e della pelle avrà fatto stavolta il Battista? Non ce lo racconta il vangelo di Luca, ma mi piace immaginare che, nell’incrocio di quegli occhi, ci sia stata come una consegna, un passaggio di testimone: dall’acqua al fuoco, dal “non ancora” all’“ecco”. E immagino la sorpresa negli occhi di Giovanni nel trovarselo davanti, lui che, con voce di tuono, proclamava un Messia fustigatore, trionfante, giudice severo, scopre un Messia che condivide la sorte di tutti. Un Messia che si mescola. Senza pudore, senza vergogna. In fila con i peccatori, in fila con tutti gli altri senza pretendere privilegi o almeno un cedere il posto, confuso tra tutti, Gesù aspetta quel po’ di acqua sul capo e, una volta ricevuto il battesimo, si ferma a pregare: è questo che fa aprire il cielo? È questo sentirsi imbevuti di Dio, impregnati della sua forza creatrice, del suo Spirito? Se il Messia è così, il cielo non può più far paura. Si apre, il cielo, e dice parole di tenerezza: mi sei figlio, mi assomigli, sono fiero di te. Cielo e terra si saldano, Dio e uomo si baciano. Un bacio di padre tenero, un bacio di figlio amato. E penso a tutte le volte in cui anche noi possiamo riuscire a squarciarlo questo cielo che pesa e incombe su di noi, a tutte le volte in cui facciamo passare l’aria tra terra e cielo, una corrente fresca e leggera, una circolazione di vita. Succede quando assomigliamo a Lui, quando non spezziamo le canne incrinate che ci stanno accanto, quando non soffiamo sugli stoppini smorti dei cuori a noi vicini, quando Dio si mescola in noi e ci rende capaci di essere un po’ come Lui. Infine, un giorno lo sapremo con certezza, chiaramente, senza più nessun dubbio che non solo siamo figli, ma i preferiti, quelli che vengono perdonati sempre, quelli a cui si dà un bacio in più, una carezza in più, quelli che saranno sempre abbracciati nonostante tutti gli errori. Lo sapremo finalmente, e sarà bellissimo. «La meraviglia – gridata – è del cielo aperto a dirsi cielo dentro il cielo. La meraviglia – tacita – è del cuore rinchiuso a dirsi cuore dentro il cuore». (Alfonso Gatto) (Letture: Isaia 40,1-5.9-11; Salmo 103; Tito 2,11-14;3,4-7; Luca 3,15-16.21-22) © riproduzione riservata
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