La violenza e la prepotenza non avranno l’ultima parola
domenica 2 giugno 2024
Morire da cristiani significa lasciare al mondo un segno, una testimonianza che affascina e mostra il vero volto dell’amore. Significa svuotare da dentro la logica della prepotenza, che da sempre cerca di mettere a tacere la voce di chi porta all’umanità la speranza del Dio di Gesù Cristo. Una prepotenza alla quale non si arresero i santi Marcellino e Pietro, sacerdote il primo, esorcista (che allora era una sorta di ministero a sé) il secondo. La loro vicenda si colloca durante la persecuzione voluta da Diocleziano: era l’anno 304 e il prete Marcellino era stato arrestato a Roma per la sua fede. In carcere conobbe un esorcista, Pietro, e insieme si misero a predicare, annunciando il Vangelo di Gesù. Per questo essi furono portati in un bosco e vennero costretti a scavarsi la fossa dove vennero sepolti dopo essere stati decapitati: l’intento era quello di farli sparire senza lasciare traccia, ma il piano non riuscì. Grazie a una matrona, infatti, i corpi dei due santi ebbero una degna sepoltura sulla Via Labicana. La storia del sacerdote e dell’esorcista uccisi nella selva venne tramandata grazie all’esecutore della sentenza, che, colpito dalla loro testimonianza, l’aveva raccontata al futuro papa Damaso. Altri santi. Sant’Erasmo di Formia, vescovo (III-IV sec.); san Guido d’Acqui, vescovo (1004-1070). Letture. Romano. Santissimo Corpo e Sangue di Cristo. Es 24,3-8; Sal 115; Eb 9,11-15; Mc 14,12-16.22-26. Ambrosiano. Sir 16,24-30; Sal 148; Rm 1,16-21; Lc 12,22-31. Bizantino. Rm 2,10-16; Mt 4,18-23. t.me/santoavvenire © riproduzione riservata
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