Così si intitola il nono tra i libri di Dialoghi composti da Seneca. Introduce in scena Sereno prefetto dei vigili di Nerone. Sereno aveva iniziato a seguire esortazioni e suggerimenti di Seneca per fare progressi e divenire ogni giorno migliore percorrendo la strada lungo la quale risaliamo verso la saggezza. Seneca gli aveva prescritto di passare in rassegna i suoi difetti. Ma Sereno confessa al maestro di essere inquieto e sempre incerto. Alcuni difetti gli ritornano ad intervalli e si sente posto in uno stato non pessimo ma piuttosto querulo e irritato. Sereno comprende che cosa sia bene ma spesso tende al peggio. Seneca dice al discepolo che egli è privo della serenità di spirito che Democrito chiamava euthymia. Come guarirà Sereno il suo animo? Ozio studioso ed impegni si alternino alla pari vicendevolmente. Se Sereno deve assumere un officio prima esamini se stesso e veda se gli bastino le forze per esercitarlo: se i suoi compiti saranno incompiuti il suo animo sarà turbato e pieno d'ansia. L'amicizia delle persone buone molto aiuta a conservare la serenità come al contrario le troppe ricchezze angustiano il cuore e disturbano il sonno. Vivere secondo natura ed accontentarsi di poco questo infonde stabile serenità poiché sai che sopravvivrestise una sorte avversa ti sottraesse la ricchezza. La morte non va temuta in alcun modo infatti i saggi hanno insegnato che va disprezzata per molte ragioni. Non esser occupato in vanità e prendi con animo equo le avversità. Non essere avverso all'umanità: se vedi uomini sciocchi sbagliare allontanata l'ira sorridi loro come Democrito. Infatti chi sa sorridere è padrone del mondo. E talvolta prenditi delle pause per ripensare fra te della tua vita. Specialmente quando riposi nel letto spente tutte le luci passa in rassegna tutto ciò che hai fatto e detto in quel giorno e chiediti se hai sempre agito e detto bene. Curi dunque Sereno di aver fede in sé e di credere che va per la retta via: la perfettsa tranquillità di spirito è forse qualcosa di grande e sommo e vicino a Dio.
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