martedì 7 febbraio 2017
«Per chiunque abbia preservato, aiutato, migliorato la patria è assicurato in cielo un luogo definito in cui beato goda dell'eternità» (Cicerone, Lo Stato 6,13)
Dicono che due o tre giorni fa sia ascesa alle porte del cielo un'anima che, da viva, è stata di statura umile, d'animo grande, d'origine napoletana, cosmopolita per gloria e onore, solenne nel parlare, veneranda per l'aspetto e generosissima nei benefici verso gli altri. Si dice che il divino Pietro, saputo dell'arrivo, gli sia andato incontro e, allontanata la moltitudine delle anime che in questi tempi affolla l'ingresso del cielo, l'abbia chiamata perché avanzasse per prima alle gioie dei beati. Quell'uomo però, che da vivo non s'era mai stimato tanto, pare sia rimasto fermo per un po'; ma, per non sembrar disprezzare un'accoglienza così benigna, finalmente, con passo lento, com'era solito, abbia poi proseguito. Ma a quel punto una tra le anime che già da tempo aspettavano in fila alle porte e stava in piedi agghindata con molte croci e immagini di santi, tanto da sembrare strana ed esagerata persino agli angeli a guardia delle porte divine, proruppe: «Ah! Ricompensate con questi premi l'empietà? Quest'uomo ha vissuto senza nessun credo!». Appena Pietro lo sentì, s'adirò e con voce tonante esclamò: «Cos'hai tu da gracchiare contro la volontà divina? Ignori forse che da lui non son ritenuti buoni coloro che ostentano una croce dorata al petto come un trofeo, ma quelli che la portano coi fatti e la vita? Bada, uomo di poca fede, di non credere che in quest'uomo ci sia stata meno fede solo perché da lui hai ascoltato più di rado invocare nostro Signore ad alta voce. Molti, infatti, che vennero qui quasi cantando il suo nome, egli non li ha affatto riconosciuti e li ha cacciati come ignoti. Io ho visto che ben più spesso di chiunque vengono accolti in questa sacra dimora con tutti gli onori altri che, durante l'esistenza, hanno avuto sete di vera giustizia, non si sono mai lamentati della propria sorte ma di quella degli altri, hanno dato sé stessi e i propri averi per il bene altrui e, disprezzando la povertà che passa, hanno arricchito gli scrigni eterni e, per così dire, universali degli uomini. Perciò, se hai senno, lascia passare e smetti di denigrare quest'ottimo uomo!». Se la fama non m'inganna, questo è capitato a Gerardo Marotta, non appena morto. Che Dio lo conservi in eterno sotto la sua protezione!
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