Un tempo, quando gli uomini non si erano ancora radunati in paesi e villaggi, ma a mala pena in branchi selvaggi, un tempo, dicevo, la forza e la violenza avevano l'autorità nelle controversie: chiunque avesse subito un danno o pensasse di averlo subito, immediatamente si precipitava alle armi -qualsivoglia arma fornisse quella vita ferina- e non faceva passare molto tempo, prima di vendicare l'ingiuria con la propria forza. Questa era la legge che nessun magistrato, nessun giureconsulto, nessun filosofo aveva formulato, ma che il furore e il timore imponevano. Man mano che gli uomini -già degni di tale nome- si liberavano da quella tirannide che loro stessi si erano imposti, attraverso la ragione e la volontà, preferivano porre nelle mani del diritto quello che prima risolvevano con le armi: la prima e più alta vittoria della saggezza, infatti, si è avuta quando gli uomini hanno cominciato a cercare la propria salute e sicurezza in un patto comune, quando hanno voluto fondare la libertà di ciascuno nell'autorità del diritto. Ciò, però, non significa che, come dice Orazio, morirono "le armi consumate dalla ruggine", né che gli uomini, uniti, vivevano in concordia assoluta; ma almeno, ciò che per l'epoca già era molto, il vicino non temeva il vicino, né più le ingiurie si ricomponevano con le ingiurie, ma si placavano con una giusta punizione. Ora, invece, se considero ciò che, purtroppo, vediamo accadere sia nel resto del mondo, sia qui da noi, mi pare che siamo tornati, anzi, precipitati, da una condizione migliore a quella primitiva e feroce. Ascoltate, infatti, che cosa vada blaterando dalla sua tribuna non un qualunque pazzo rissoso, ma il presidente americano in persona: che si armino non solo i soldati contro i nemici, non il cittadino contro il cittadino -cosa già molto rischiosa-, ma gli insegnanti contro gli studenti, per evitare che, per caso, un giorno vengano da loro assaliti impreparati… e non mancano, ovviamente, coloro che approvano questa follia, anzi, ne alzino le lodi al cielo, come se fosse la difesa piò sicura di un diritto sacrosanto: che altro, infatti, hanno da sperare i cittadini, se non possono fare appello alla legittima difesa? Di cose di questo genere discutono senza cognizione di causa, come se valesse contro i ragazzi quello che è lecito nella legge solo per eccezione. Dall'altra parte non si meravigliano che un magistrato, da cui ci si aspetterebbe la massima sanità mentale, non osi proporre di togliere le armi ai pazzi… Naturalmente, questo è il miglior modo di agire in qualsiasi Paese civile e quella sacrosanta "libertà" non può ammettere che questo: che se non hai educato bene i tuoi giovani, perlomeno tu possa toglierli di mezzo.
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