La storia di Roma tra verità e negazione
martedì 25 aprile 2017
Accettata con un po' di fatica la definizione di “Natale”, riconosciamo a History di aver fatto, almeno per due terzi, un'operazione interessante con il fine settimana dedicato appunto al Natale di Roma, ricorrenza laica, un tempo chiamata “Dies Romana” o “Romaia”, per celebrare il compleanno della città eterna, l'anniversario della sua fondazione. Con un doppio appuntamento, venerdì 21 e sabato 22, il canale 407 di Sky ha proposto tre documentari in prima tv: Baia, la Pompei sommersa; I segreti del Colosseo; Nerone: tiranno riabilitato?. Diciamo subito che il terzo (ed è questo il motivo del giudizio solo parzialmente positivo sull'iniziativa) è stato il meno interessante dal punto della realizzazione, ma soprattutto discutibile, non tanto per una qualche riabilitazione dell'imperatore persecutore dei cristiani (si dice forse meno folle del previsto), quanto per aver rimesso in dubbio il martirio, la sepoltura e addirittura la stessa presenza di San Pietro a Roma, cosa che non veniva più messa in discussione da decenni a livello scientifico, ma neppure da certa critica protestante che aveva in passato negato quei fatti per negare, di conseguenza, il primato del Papa. Decisamente migliori gli altri due documentari, tutti d'importazione. La Pompei sommersa racconta di un sito archeologico molto suggestivo e forse non troppo conosciuto, quello di Baia, nel golfo di Napoli, ricoperto dalle acque del mare. Si tratta dei resti, conservati tra l'altro piuttosto bene, di uno dei luoghi più esclusivi dell'Impero romano, una sorta di città del piacere dove dal primo secolo avanti Cristo imperatori e aristocratici facevano i loro comodi, tra orge e gozzoviglie, nascosti tra le mura di prestigiose ville con tanto di terme. I segreti del Colosseo sono invece quelli legati ai marchingegni che permettevano addirittura di allagare l'interno per farci combattere sanguinose battaglie navali in cui morivano centinaia di persone o per introdurre nell'arena gli animali feroci. Macchine per gli effetti speciali ricostruite ai nostri giorni per comprenderne la complessità e la genialità, mentre il vero mistero resta quello del perché i romani fossero così attratti dagli spettacoli di morte tanto da dedicargli il più grande edificio mai costruito prima, il simbolo in pietra della violenza e dell'Impero romano stesso.
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