Vi sono persone capaci di nutrire la propria spiritualità partendo da cose del tutto quotidiane come, ad esempio, una ristrutturazione edilizia; e va annoverata tra i pregi dell'infosfera ecclesiale la possibilità che essa offre a tali persone di condividere senza particolari mediazioni tale speciale attitudine. Lo ha fatto - e non è la prima volta - Lella Noce Ginocchio in un post pubblicato sul blog "Vino Nuovo" ( bit.ly/3Hzr8Qs ). Il titolo, "Bonus facciate", ci conduce immediatamente nel vivo delle nostre città, dove in questi mesi sono fioriti cantieri su cantieri grazie alle agevolazioni fiscali riservate ai condomini e ai singoli proprietari che rinnovano le facciate dei rispettivi palazzi. Al di là dei marciapiedi ingombri, dei camion «che scaricano e caricano», della «tanta polvere e rumore intorno», lo spirito vigile dell'autrice si sofferma sugli uomini che lavorano al suo stabile: «Arrivano presto il mattino, si parlano a voce alta tra un ponteggio e l'altro, lingue che non conosco». Li osserva: «Le bottiglie di plastica e le carte dei loro panini», «le cicche di sigaretta in bicchieri di carta», la sera «i giacconi svuotati» che pendono come fantasmi». Cerca e trova un contatto umano: un vasetto di fiori sui ponteggi arrugginiti; due chiacchiere con il nipotino in braccio, perché «i bambini sanno creare immediati legami di tenerezza»; un thermos di caffè appoggiato la mattina presso gli zainetti, per «regalar loro un momento di calore». Si interroga sulla loro fede: «Immagino possano essere musulmani»; comunque «la bellezza ha un solo Dio, dietro e dentro ogni facciata». E questi uomini «lavorano per portare bellezza. Sembra che solo polvere e rumore appartengano alle loro vite. Ma non è così: costruiscono, aggiustano, ridanno colore e luce al nostro luogo più caro, le nostre case. Non posso che partecipare col poco che so rendere», conclude il post. Lasciandoci anche una viva testimonianza di Vangelo vissuto nel cuore della città secolare.