PPrandelli ha dato i tre giorni a Balotelli. La fortuna vorrebbe negarglieli: un leggero infortunio in allenamento, ieri, è diventato subito un dramma. E il dramma sembra nascondere - Dio ne guardi - un pio desiderio: quello di scaricare lo scomodo giocatore del City. Dopodiché vorrei sapere se la Nazionale ha a disposizione un altro attaccante capace di portarsi dietro due/tre avversari, com'è successo con la Croazia; uscito lui, i croati han fatto festa. Eppoi, con chi prendersela, se fossimo costretti a tornare a casa dopo l'Irlanda? Da paziente ammiratore, mi auguro che il Balo ce la faccia. E via così. Risiamo ai tre giorni di Prandelli. Due son passati. Siamo alla vigilia della prova della verità. Tre giorni. C'è chi ha proposto di affidarlo allo psicologo. E questo è un segno doloroso, per il calcio. Poca competenza, zero memoria. Psicologia d'accatto. O sai giocare, o no. Balotelli sa giocare. Magari gli altri fossero tutti come lui. Non dico di carattere (roba sì da psicologo) ma di piedi, di forza, di cuore. Forse anche di testa, collante di tutto il resto. Tre giorni. Si chiamava - si chiama - Paolo Rossi. Era il 1982. Bearzot gli dette tre partite: Italia-Polonia (0-0), Italia-Perù (1-1), Italia-Camerun (1-1). Rossi era un fantasma, lo ricordo bene. Pallido, assente. I media lo facevano a pezzi. Finì anche nel gossip gay, con Cabrini (niente di nuovo sul fronte orientale). Ma Bearzot tenne duro: 2-1 all'Argentina (Paolo ok ma sostituito da Altobelli all'80'), 3-2 al Brasile e Paolo segno tre gol, diventò Pablito, e ne fece due anche alla Polonia e il primo alla Germania in finale. Pablito, Campione e miglior calciatore del Mondo. Non dico questo per farmi coraggio (tifo Italia, naturalmente) né per farne a Prandelli: Cesare è un buon tecnico e un uomo di qualità, conosce i ragazzi di Varsavia come Bearzot conosceva quelli di Madrid, sa che Balotelli è un ragazzo nato per il calcio; io l'ho definito un bad boy perché detto in inglese non è poi così cattivo; piuttosto un nature boy, ancora da formare e mettere in riga, stando piuttosto attenti a non esagerare perché se a questi tipi gli togli la stravaganza e la sregolatezza metti in crisi anche il genio. Osservo Cassano e mi dico: non avranno esagerato, a riformarlo? Gnoranza linguistica a parte, sembra quasi un boy scout. Siccome davanti abbiamo l'Irlanda del Trap, battuta sette volte da croati e spagnoli, qualcuno la mette giù facile. Forse non sarà difficile segnare (forse) ma mi auguro che per domani Prandelli abbia tentato anche di risolvere il problema difensivo. Per me il più grave. Non è una Onorevole Italia quella che va in vantaggio eppoi si fa raggiungere. È una squadra qualunque che non fa onore alla scuola di Pozzo, Bearzot e Lippi, le cui squadre partorirono grandi attaccanti ma esibirono sempre difese monumentali. Bravo tecnico, dicevo di Prandelli; uomo testardo: continua l'esperimento di De Rossi in difesa, scelta innaturale e rischiosa, perché al nostro centrocampo mancano proprio la sua classe e la sua potenza. Lo ha trasformato in “libero”, ma gli mancano uno stopper vero e almeno un altro marcatore implacabile. Critico Prandelli - sobriamente, come piace oggi - e amichevolmente gli dico: bravo a respingere la cultura del sospetto, ma adesso dai più forza e più idee alla tua squadra. Sennò, tutti a casa. Alla ricerca del Balotelli perduto.
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