Nel 1348 una terribile epidemia di peste colpì Firenze, già provata da una crisi economica che in parte ricorda quella attuale. I pochi sopravvissuti non di rado si diedero a vite dissolute, facendo della mondanità il proprio stile di vita. Tra questi vi era anche Villana, nobildonna della famiglia Botti, nata nel 1332: era stata una ragazza devota, ma dopo la peste e il matrimonio nel 1351 preferì il puro divertimento. Una visione – il diavolo nel suo specchio – la spinse a “convertirsi” e a tornare a una vita di fede esemplare. Quando morì nel 1361, provata dalla malattia, per la gente era già santa. L'eredità spirituale di questa beata è un richiamo alla sacralità della vita anche quando questa sembra negata da crisi, disastri, decadenza morale.Altri santi. San Costanzo di Perugia, vescovo e martire (II sec.); san Valerio di Treviri, vescovo (III-IV sec.). Letture. 2 Sam 7,4-17; Sal 88; Mc 4,1-20.Ambrosiano. Sir 44, 1;48,22-25; Sal 140; Mc 4,35-41.
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