Non potremo mai dimenticare queste giornate di quarantena scandite dalla spasmodica attesa (e dal successivo commento) di bollettini medici, analisi virologiche e proiezioni statistiche. Rimarranno scolpite a lungo nella memoria popolare per l'angoscia e per il dolore che hanno portato nelle nostre famiglie. Ma anche - in fondo - per aver riportato alla luce un valore fondamentale delle società moderne, che una certa narrazione populista sembrava aver seppellito: il bisogno sociale e la centralità economica delle competenze. Prima dell'emergenza da Covid-19, il fenomeno della "morte della competenza" sembrava un fiume in piena destinato a travolgere le società occidentali. Il primo a denunciarlo in modo strutturato era stato Tom Nichols - negli Stati Uniti - con il suo splendido saggio The Death of Expertise (2017). Nichols raccontava la sistematica frustrazione di molti protagonisti del mondo accademico nordamericano: quando esprimevano pubblicamente un parere su un tema che rientrava nel campo di conoscenza cui avevano dedicato la loro vita, infatti, la loro affermazione produceva automaticamente un'esplosione di rabbia in molti ambienti del pubblico americano. Nel mondo dei social quell'affermazione veniva discussa e confutata, e il loro autore ricoperto di insulti, come se la competenza fosse soltanto una forma di elitismo messa in campo per soffocare il diritto d'opinione attribuito ad ogni cittadino. Era il trionfo della cosiddetta University of Google: molti cittadini si sentivano in grado di esprimere opinioni da esperti in qualsiasi materia, dopo qualche minuto di ricerca via Google sul tema. Negli ultimi anni il fenomeno è divenuto ben riconoscibile anche in Italia, dove ha assunto contorni ancor più pericolosi - come dimostra l'incredibile parabola dei "no vax" - e si è incrociato con l'alto tasso di analfabetismo funzionale della popolazione italiana. «Avere parità di diritti non significa avere talenti uguali, uguali capacità, o uguali conoscenze» ci ricorda Nichols. Perché tra i diritti, che appartengono a tutti i cittadini, e le competenze c'è di mezzo (soprattutto) il merito. Oggi ne siamo tutti più consapevoli, da New York a Roma. Senza che ciò possa o debba creare caste di alcun tipo, che sono state definitivamente superate dalla forza e dalla bellezza delle nostre democrazie.
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