La riforma, cammino paziente e “testardo”
sabato 3 agosto 2024
La riforma, cioè il cambiamento, è un’opera perenne, un cammino che si compie a piccoli passi, giorno dopo giorno, scelta dopo scelta. Un percorso che non si arrende davanti alle difficoltà o a ciò che sembra impossibile, ma che con costanza e determinazione supera ogni ostacolo. Con questo stile san Pietro di Anagni portò la riforma nella sua comunità, in fedeltà al mandato di tutta la Chiesa a darsi la forma più efficace nella storia per diventare autorevole testimone del Vangelo. Pietro era nato nell’XI secolo nella famiglia longobarda dei principi di Salerno; rimasto orfano, fu affidato ai monaci del monastero salernitano di San Benedetto. Il cardinale Ildebrando di Soana, poi, lo scelse per diventare cappellano per papa Alessandro II. E fu proprio quest’ultimo Pontefice a volerlo vescovo di Anagni e a consacrarlo. Lo stesso Papa, poi, lo scelse per una missione delicata e lo inviò come apocrisario (una sorta di messaggero, mediatore e ambasciatore) presso l’imperatore d’Oriente Michele VII. Nella città laziale, in particolare, si dedicò alla costruzione della Cattedrale e, soprattutto, alla riforma della vita del clero, ravvivò il culto del martire san Magno e difese i beni ecclesiastici da indebite ingerenze esterne. Morì nel 1105 e il culto fu autorizzato già nel 1110 da papa Pasquale II. Altri santi. Sant’Aspreno di Napoli, vescovo (I-II sec.); san Martino, eremita (500-580). Letture. Romano. Ger 26,11-16.24; Sal 68; Mt 14,1-12. Ambrosiano. Dt 4,9-20; Sal 98 (99); Col 1,21-23; Lc 13,23-30. Bizantino. 1Cor 1,3-9; Mt 19,3-12. t.me/santoavvenire © riproduzione riservata
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