«Aspetta e vedrai», disse la mamma alla figlia. Le luci di sala si spensero, il rumore sordo del sipario che si stava aprendo riempì la platea di curiosità. Non importava cosa sarebbe accaduto una volta accese le luci: l'aspettativa andava oltre ogni altro pensiero degli spettatori. Dietro il telone gli attori erano pronti a entrare in palcoscenico. La loro adrenalina era intensa come una fragranza decisa. L'attesa di sublimare in un attimo mesi di prove era come una bomba pronta esplodere. «Chi è di scena!», tuonò il direttore di palcoscenico. In un attimo le due aspettative si scontrarono sul proscenio. È bello attendersi qualcosa e idealizzarlo come si volesse rubare un attimo di futuro a ciò che si sta per vivere. Le prove generali in teatro sono anche questo: l'illusione che tutto sia pronto e funzioni a dovere. La vita ci mette in scena ogni ventiquattr'ore, come quell'impresario che, una volta, fece entrare a forza un suo artista in scena. Era un grande talento, durante le prove emozionava tutti. Nel momento in cui doveva confrontarsi con il pubblico però trovava una scusa per non farlo: mal di testa, crampi allo stomaco, dissenteria. Un dì l'impresario, stanco dei molti fiaschi collezionati, dalle quinte spinse energicamente l'artista sul palco. Risultato? Un monologo memorabile, da groppo alla gola. Siamo talmente abituati a stare in scena che non ci facciamo neanche più caso. Eppure è così: indossiamo ogni giorno costumi diversi, che chiamiamo vestiti. Gli ambienti che viviamo cambiano giorno per giorno, a volte addirittura ora per ora. Non esiste una prova generale. Pensate se doveste fare una test per ogni azione giornaliera. "Signora, sta entrando al supermercato? No, devo fare prima una prova". Si va in diretta, a volte si incespica sul copione, altre si sbaglia, improvvisando a braccio. Talvolta la nostra scena è da oscar. Ma la vita non è una prova generale, ogni giorno è una prima rappresentazione da gustare, con i suoi drammi e le sue risate.