Scruto in tralice – è un mio diletto, oltre che un compito - la blogosfera ecclesiale di questi ultimi giorni e mi salta all'occhio l'immagine di due cardinali italiani protagonisti di una speciale staffetta – non solo per il loro inverso pendolarismo tra Roma e l'Emilia-Romagna.
Si tratta di Achille Silvestrini, che ha appena lasciato il collegio cardinalizio per raggiungere la Casa del Padre, e di Matteo Zuppi, che in quel collegio sta or ora entrando. I numerosi post che li raccontano ripetono, con le dovute sfumature, i tratti caratteristici del loro servizio ecclesiale, che in qualche punto si rincorrono. C'è una prossimità anche nella strumentalizzazione delle rispettive biografie che alcuni commenti comparsi in Rete hanno operato, o per attrarli fra i propri amici anche al di là della loro duttilità, o, più spesso, per schiacciarli sui propri nemici ben oltre l'oggettività di alcune posizioni espresse. Scelgo allora le due pennellate che, per ragioni del tutto diverse, giudico più meritevoli.
A pubblicare la prima e per lungo tempo unica dichiarazione di monsignor Zuppi dopo l'annuncio da parte di papa Francesco della sua creazione cardinalizia è stata la pagina Facebook di "12porte", il videosettimanale diocesano di Bologna ( bit.ly/2kqrLpK ): sono le 12.52 di domenica 1 settembre (sono cioè passati 16 minuti dal post di "Vatican News" parallelo all'Angelus, che si è celebrato in ritardo per i noti motivi) quando compare il filmato di un'intervista appena girata a Lourdes, dove l'arcivescovo di Bologna stava guidando il pellegrinaggio diocesano.
Alla fine dell'articolata sequenza di post (cronaca delle esequie, profilo, appunti personali) che Luigi Accattoli ha scritto sul suo blog ( bit.ly/2lu5IPg ) in memoria del cardinal Silvestrini egli lo ricorda con trasparente affetto mentre accoglie papa Francesco in visita a Villa Nazareth, nel 2016: «Per molti e anche per me fu l'ultima volta che udii la sua voce calda e amica, sempre incoraggiante».
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