giovedì 14 settembre 2023
Era fatale che l’inflazionato aggettivo “fragile”, distribuito a pioggia a ragazzi, giovani e genitori, finisse a qualificare anche lei: «Scuola fragile» è il titolo sulla “Stampa” (12/9) che lo stesso giorno con Marianna Filandri insiste: «Investire in istruzione un vantaggio per tutti». “Fragile” in senso figurato e proprio: «Crolli e incidenti nelle scuole» è il titolo con cui il “Fatto” (12/9) presenta la ricerca di Cittadinanzattiva. Sulla “Repubblica” (13/9, titolo: «L’istruzione è la risposta») Francesco Billari, commentando i recenti fatti di Caivano e Palermo, recupera un evergreen di Tony Blair, Education, education, education: «Vale anche per noi: le cause profonde di quello che è accaduto vanno cercate nella mancanza di cultura e di capitale sociale. La priorità è affrontarle (...). La combinazione tra bassa istruzione ed esclusione sociale che si trasmette tra generazioni in luoghi disagiati è alla base di quanto sta succedendo». Ribalta la prospettiva Mario Fillioley sulla “Stampa” (13/9, titolo: «Caivano, la scuola non basta»). Scuola, un ragazzo si domanda: «Che ci vado a fare? Perdo solo tempo, meglio se mi dò da fare e cerco di contribuire all’economia famigliare» (do verbo con l’accento è «decisamente sconsigliabile» dalla Treccani ed escluso dalla Crusca, ndr). Quindi è necessario «concentrarci sull’innalzamento del reddito medio (...). Conquistato il miglioramento economico, i nostri nonni e genitori mandarono i figli a scuola, a diplomarsi, a laurearsi». È l’istruzione a spingere l’economia o l’economia a spingere l’istruzione? Comunque sia, l’educazione merita attenzioni e risorse. Soprattutto diffidiamo dalle mode, spinte dal mercato. Serena Coppelli sul “Giornale” (12/9) non ha dubbi: «Smartphone agli under 14? Abbatte l’apprendimento». E su “Libero” (13/9) Paolo Del Debbio presenta lo studio dello svedese Karolinska Institutet che mette al bando i tablet: «La tecnologia compromette l’apprendimento degli studenti». Meglio investire sugli insegnanti bravi, perfino eroici. La stessa Coppelli sul “Giornale” (13/9) intervista Antonella Di Bartolo, dirigente dell’Istituto Speroni-Pertini a Palermo, che con un lavoro di squadra e un’azione porta a porta è riuscita a ridurre la dispersione dal 27% all’1%. A quelli come lei andrebbero affidate le risorse. © riproduzione riservata
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