martedì 12 febbraio 2013
Novy Dur, Repubblica Ceca, novembre 2001 - È una grande villa antica, in rovina. Dai tetti sfondati sbucano arbusti. Intorno, per chilometri solo campi di neve intonsa. Il monastero cistercense di Novy Dur, nuova fondazione dell'abbazia francese di Sept-Fons, va sorgendo, fra calce e mattoni, in questo inizio di millennio. È il primo monastero di clausura che rinasce nell'Est, dopo la caduta del Muro. Accanto agli operai cechi lavorano una decina di monaci in saio, sul capo l'elmo giallo da muratore. Si fermano, rigorosamente, allo scoccare dell'ora media: le mani sporche di calce, cercano una pagina del Libro delle Ore.In una stanzetta scaldata da una stufa elettrica, mentre si fa buio, i monaci si ritrovano a recitare i Vespri. Due operai cechi restano a osservarli da fuori, incuriositi: come chiedendosi cos'è, una preghiera. «Pour ménér les temps à leur plénitude, récapituler toutes choses dans le Christ...» Poi, è il silenzio nella campagna irrigidita dal gelo. Nei sotterranei è pronta la pietra per la fondazione. MMI, reca scritto. Ed è strano, leggere questo nuovo millennio in cifre romane. Fra poco la prima pietra sarà sotto terra - pezzo di storia che continua, tenace. Allungo la mano a toccarla, quasi in una carezza. Fra secoli, sarà qui sotto, ancora.
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