Nel messaggio del Risorto, che vince la morte e mostra il volto di un Dio compagno di strada dell’umanità, c’è una potenza dirompente, in grado di sovvertire le logiche umane e di cambiare la storia. A ricordarci di onorare ogni giorno l’incredibile profezia del Vangelo di Cristo oggi è la storia di santa Martina, martire i cui contorni storici biografici si perdono nelle nebbie dei secoli, ma il cui culto è attestato fin dall’antichità. Secondo la tradizione Martina era una diaconessa vissuta nel III secolo, figlia di nobili. Arrestata per la sua fede cristiana e condotta davanti al tribunale dell’imperatore Alessandro Severo, si rifiutò di compiere sacrifici agli dei. Non solo: venne portata anche davanti alla statua di Apollo ma alla sua presenza il simulacro andò in pezzi. Stessa cosa successe quando Martina venne trascinata al tempio di Artemide. Di fronte a quegli incredibili segni, gli aguzzini non solo non desistettero dai loro propositi violenti, ma rincararono la dose di violenza, sottoponendo la donna a terribili torture. Eppure dai numerosi supplizi Martina uscì indenne.
Venne così portata al X miglio della via Ostiense, dove fu decapitata. La prima notizia storica del suo culto risale al VII secolo quando papa Onorio I le dedicò una chiesa.
Altri santi. Sant’Armentario di Pavia, vescovo (VIII sec.); beato Sebastiano Valfrè, sacerdote (1629-1710).
Letture. Romano. 2Sam 18,9-10.14.24-25.30;19,1-4; Sal 85; Mc 5,21-43.
Ambrosiano. Sir 36,1-19; Sal 32 (33); Mc 6,1-6a.
t.me/santoavvenire
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