Ètitolare della più antica bottega di Bologna (1694), lo conosco bene e ho sempre apprezzato la sua allegria, le sue battute, il suo debordante spirito sportivo (utile a chi tifa Bologna); mi ha stupito quando, tanto tempo fa, mi ha allungato il suo biglietto da visita: “Giuliano Sancini - Il guardalinee che ha annullato il gol di Turone - 10 maggio 1981”. L'ho stupito quando gli ho detto «La tua è una storia da Spoon River», e subito dopo gli ho augurato di campare cent'anni. Ho pensato a lui, domenica sera, quando l'arbitro Rocchi ha fischiato la fine di Juve-Roma.«Giuliano non sarà contento – mi sono detto – questo lo ha cancellato dalla storia e ha preso il suo posto». Ne sono sicuro, anche se mi sento di escludere che Giuliano Rocchi da Firenze immortalerà la sua impresa in una sorta di spiritosa carta d'identità; perché l'ho visto dirigere la partita fin dai primi minuti con aria insicura - non degna della sua fama - via via trasformatasi in ansia e disperazione, perseverando nell'errore che più ferisce l'arbitraggio: la compensazione. Non ha visto un fallo da rigore su Marchisio, l'ha compensato con l'inesistente fallo da rigore di Maicon che aveva giudicato da punizione, ripensandoci ha compensato la compensazione con il rigore realizzato da Totti, e questo con il rigore di Pjanic... Di errore in errore, grazie anche all'unico gol vero, quello di Iturbe, ha sperato di chiudere il match con un giusto pareggio ma l'irrefrenabile Bonucci gli ha guastato la festa con quella mirabile spingardata della vittoria. Lì l'ho visto boccheggiare e quando qualcuno gli ha detto che c'era Vidal in fuorigioco gli è crollato addosso il mondo. Un dramma arbitrale è un dramma umano. Non a caso i dirigenti di settore ci ricordano spesso che “l'arbitro è un uomo”, come se fosse un difetto, incoraggiando i moviolomani che affiderebbero il gioco alla tecnologia. Il gioco: lo è ancora? Il gioco giustifica anche un Garcia che suona il violino, non quello che invoca la moviola fingendo di non sapere che, volendo, si può truccare anche quella (l'ho visto con i miei occhi). Morale della favola: la partita dei Migliori, trasmessa in tutto il mondo, ha esportato il peggio del nostro calcio già meschino: rissa continua, scarponerie malcelate da vezzosi scarpini multicolori, volti trasfigurati dalla rabbia, i fini dicitori come Pirlo trasformati in comparse, tecnica e tattica ignorate. L'arbitro è un uomo. E gli altri cosa sono? Dice: io ci avrei mandato Rizzoli, a Torino. Come no: il Migliore per i Migliori. Ma credete davvero che i giocatori di Juve e Roma possano essere paragonati a quelli di Germania e Argentina? L'arbitro migliore è quello che gioca con altri uomini di qualità, campioni veri che lo aiutano a salvare la partita. Noi non siamo poveri di quattrini, ma di pudore.
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