L’olfatto è una macchina del tempo. Ti fa rivivere, in una sola annusata, luoghi e situazioni. Ieri mi sono ritrovato a percorrere la strada di un quartiere dove ho vissuto più di vent’anni fa. Quante cose sono cambiate! Dalle strisce colorate in terra per il pagamento del parcheggio ai negozi, molto diversi per genere e colori. Vi devo confessare che ho avuto, per qualche minuto, un senso di nostalgia mista a un sentimento malinconico. È stato un tempo, quello vissuto in quella via, decisamente bello. La malinconia arriva quando ti torna nel naso un odore buono di un tempo che è stato. Ci avete mai fatto caso? A volte penso a quando sarebbe divertente se alcuni dei grandi filosofi e politici del passato potessero osservare il mondo attuale. Mi piacerebbe vedere come reagirebbero. Immagino personalità come Schopenhauer, Malthus, Nietzsche o Marx alle prese con i qrcode o l’intelligenza artificiale. Penso a Seneca e Platone, ad avere a che fare con pensieri e tecnologie moderne. Progresso e innovazione a parte, ci sono cose che viviamo tutti i giorni che arrivano da molto lontano. Luoghi, odori e ispirazioni che c’erano anche centinaia di anni fa. «Se il viaggio nel tempo fosse possibile, il futuro avrebbe già insegnato al presente a insegnare al passato come farlo» sostiene Atom Tate. Ma cosa ci insegna il tempo che passa? Quanto si impara dalle esperienze passate? Penso alla ricerca scientifica, ai rapporti umani, al modo in cui si passa per questo mondo. Pensiamo veramente a chi verrà dopo di noi? Tante domande, mentre continuo la passeggiata nel quartiere dove vivevo. In un attimo ho pensato a quante persone, prima di me, possano aver vissuto le mie sensazioni camminando, dopo tanti anni, nella stessa via. Ho pensato a quante cose sono migliorate e risolte nel mondo e a quello che invece non riusciamo a superare. A quello che ci fa male sin dalla notte dei tempi, nei giorni che viviamo. La guerra, per esempio. © riproduzione riservata